All'indomani della rimonta del Manchester United allo Stadium contro la Juventus, tiene banco il gesto di di José Mourinho, che ha risposto alle "beccate" del pubblico bianconero, accostando ironicamente la mano all'orecchio al fischio finale.

Una sorta presa in giro che ha innescato la dura reazione non solo dei tifosi bianconeri, ma anche di alcuni giocatori, a cominciare da Leonardo Bonucci.

Critiche sono arrivate anche dall'Inghilterra. "Non era necessario per Josè fare quello, bisogna vincere con un pò di classe a volte e limitarsi a stringere la mano all'allenatore avversario. Non c'era bisogno di quello ma è fatto così", il commento di Paul Scholes, ex campione dello United.

Dal canto proprio, al termine del match, il tecnico portoghese, che all'andata aveva già provocato il popolo juventino sollevando tre dita ed evocando così il triplete realizzato dalla sua Inter nel 2010, ha spiegato così il suo ateggiamento: "Sono stato insultato per novanta minuti. Sono arrivato qui per fare il mio lavoro, non ho offeso nessuno".

"La gente - ha aggiunto lo Special One - non può insultare la famiglia, la mia e quella interista. Abbiamo fatto una partita fantastica, al nostro massimo livello, e non possiamo fare meglio di così. La Juventus ha un potenziale diverso dal nostro, ma noi dal 1' abbiamo cercato la fortuna che è arrivata nei minuti finali".

All'Allianz la Juventus era passata in vantaggio con un gran gol al volo di Cristiano Ronaldo, salvo poi essere infilata due volte, prima da Mata su punizione e con un autogol di Alex Sandro, ultimo a toccare un insidioso pallone calciato in area da Ashley Young.

(Unioneonline/l.f.)
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