«Mai più ricatti». Un gol alla prevaricazione e ai pregiudizi: lo ha messo idealmente a segno - con un'ipotetica rovesciata - la calciatrice della Juventus Women, Sara Bjork-Gunnarsdottir, 32 anni. L'atleta islandese ha vinto la causa contro il Lione per il mancato riconoscimento dell'intero stipendio che doveva esserle corrisposto durante la gravidanza.

Rimasta incinta a inizio 2021, la Bjork-Gunnarsdottir si era rivolta alla Fifpro per presentare ricorso alla Fifa. L'orgamismo che gestisce il calcio nel mondo ha stabilito che il club deve pagare l'importo, pari a 82.094 euro. «Finalmente racconto la mia storia dopo essere rimasta incinta a Lione, le cure che ho ricevuto durante la gravidanza e il ritorno in campo», ha fatto sapere la calciatrice via social nel giorno in cui, scaduti i termini di un eventuale ricorso, la sentenza e' diventata definitiva. «Avevo diritto al mio intero stipendio - ha spiegato via Twitter -: questo non può essere contestato nemmeno da un grande club come il Lione. Questo non è solo un business. Riguarda i miei diritti come lavoratrice, come donna ed essere umano. La vittoria è più grande di me. È una garanzia di sicurezza finanziaria per tutti i calciatori che vogliono avere un figlio durante la propria carriera».

Si tratta di un successo storico, che proietta il movimento calcistico femminile verso la conquista di nuovi traguardi sui diritti delle atlete. La sentenza dello scorso maggio era arrivata direttamente dalla Camera per le risoluzioni delle controversie della Fifa, che ha obbligato il Lione, la ex squadra della Bjork-Gunnarsdottir, a pagare 82.094,82 euro a titolo di compenso residuo e il 5% degli interessi maturati fra il 10 settembre 2021 e la data del versamento della quota dovuta. Il sindacato FIFPro dei calciatori e delle calciatrici prof. ha annunciato la fine del caso che, in mancanza di un ricorso da parte del Lione, si è chiuso con la sentenza Fifa. 

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