Il principale artefice della salvezza è lui. Claudio Ranieri, eroe di un intero popolo, cecchino infallibile che in cinque stagioni a Cagliari ha sempre centrato l’obiettivo.

Proprio la Sardegna lo lanciò nel calcio che conta, Tonino Orrù lo chiamò quando la squadra era in Serie C. In due anni riportò il Cagliari dalla C alla A e nel 1991 ottenne la salvezza nel massimo campionato.

Poi un lungo peregrinare soprattutto tra Italia e Inghilterra (ma anche Francia, Spagna e Grecia): obiettivi quasi sempre raggiunti, in mezzo la clamorosa vittoria della Premier League con il Leicester.

Quindi, a più di trent’anni di distanza il ritorno nella squadra che lo aveva lanciato e nella terra in cui aveva lasciato un segno indelebile. Si avvicina il Natale del 2022, a Cagliari c’è un ambiente depresso: la squadra naviga al 14esimo posto in classifica in Serie B, appena 22 punti in 18 partite. La promozione è lontana anni luce, serve una scossa, almeno per ridare entusiasmo e vigore a squadra e tifosi. Chi se non lui? Sir Claudio svolta la stagione e il futuro del Cagliari: 35 punti in 19 partite e quinto posto. Poi ai playoff mette in fila Venezia, Parma e Bari (Pavoletti al 95’ una sliding door clamorosa, se si pensa che il Bari ora rischia di scendere in C) e festeggia in lacrime una promozione inattesa.

Il campionato di Serie A sarà difficile, lui lo dice più volte. E il Cagliari lo vive sulle montagne russe: una stagione piena di alti e bassi, culminata nella grande festa di ieri. La partenza è da incubo: due punti in otto partite, poi l’incredibile rimonta col Frosinone (da 0-3 a 4-3) dà il via al campionato dei rossoblù.

Altra crisi a cavallo tra gennaio e febbraio, il ko casalingo con la Lazio (quarto di fila) è il momento di svolta, a detta dello stesso Ranieri e di Giulini. Il tecnico minaccia le dimissioni, la squadra gli chiede di restare e da allora è tutto un altro campionato. Otto punti in quattro partite, poi il ko di Monza seguito però dalla vittoria sull’Atalanta e dai pareggi con Inter e Juventus. Il Cagliari è ancora a rischio ma si è tirato fuori dalla zona retrocessione.

Nuovo momento critico nelle ultime settimane: il ko di Genova, il pari casalingo col Lecce e la pesante sconfitta con il Milan. Ieri, alla penultima spiaggia di un campionato difficile, la salvezza con 90’ d’anticipo. E il grande artefice di 90’ minuti impostati da grande stratega del calcio è lui. Ranieri sa che il Sassuolo ha solo un risultato a disposizione e che, nel caso resista lo 0-0, si scoprirà alla caccia del gol. Così lascia Luvumbo in panchina e lo lancia nella ripresa, quando si aprono gli spazi e l’angolano con la sua velocità e freschezza si infila come lama nel burro della difesa neroverde, spaccando la partita. Altro cambio, Prati: entra e segna. Il Cagliari nei restanti 20 minuti di partita non soffre mai, anzi, sfiora più volte il raddoppio e lo trova nel finale con il rigore di Lapadula.

È l’apoteosi, il condottiero viene portato in trionfo sotto la curva rossoblù. I tifosi lo osannano e lui li ringrazia.

E ora si apre l’incognita sul suo futuro. Chiuderà la carriera con l’ennesimo trionfo o andrà avanti? Per l’ufficialità bisogna attendere la sfida con la Fiorentina, ma le sue parole di ieri lasciano ben sperare: «Ho un altro anno di contratto e Cagliari è la mia casa, ma ora lasciatemi godere». Sul fronte società, nessun dubbio: «Ranieri è il nostro condottiero. Decide lui se restare», ha detto Tommaso Giulini.

Un intero popolo gli chiede di restare. Ormai Ranieri per Cagliari e per la Sardegna si avvicina al mito di Gigi Riva. Tanti gli appelli sul nostro sito e sulle nostre pagine social: «Resta con noi fino a che te la senti e sappi che per chi ti ama come noi nulla potrà andare mai male, in ogni caso», «Ranieri a Cagliari come Ferguson per il Manchester», «Come te nessuno», «Mister, rimanga ancora a Cagliari e pretenda una campagna acquisti molto brillante». Ed è solo una piccolissima parte degli appelli, c’è anche chi auspica un suo futuro da dt con un giovane allenatore da plasmare. 

Insomma, Ranieri a vita. Questo vogliono a Cagliari e in Sardegna. E lui, condottiero di un intero popolo, non potrà ignorare questi appelli.

(Unioneonline/L)

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