La morte di Giuliano Taccola: dopo 53 anni la moglie chiede ancora “giustizia”
Il 16 marzo 1969 il calciatore della Roma stroncato da un malore negli spogliatoi dello stadio di Cagliari. “Colpa di una broncopolmonite non curata” sostiene la vedova, che ha scritto a Draghi per denunciare anni di mancate risposte
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Nel 53esimo anniversario della morte Giuliano Taccola, calciatore della Roma deceduto all’età di 25 anni negli spogliatoi dello stadio Amsicora di Cagliari, la vedova Marzia Nanniperi torna a chiedere “giustizia” dopo “tanto silenzio e mancate risposte”.
Taccola, sostiene la moglie, morì – il 16 marzo 1969 – per "una broncopolmonite esistente da oltre 15 giorni e non curata" e per "un'iniezione effettuata dal medico sociale della Roma per eliminare stanchezza e febbre non antibiotico, come era stato specificato a mio marito".
"Sulla morte di Giuliano - prosegue Marzia Nanniperi - hanno scritto libri, articoli di giornali, mai la verità ma solo ciò che era opportuno divulgare" ed "è stata violentata la dignità di Giuliano come uomo ed atleta prima e dopo la sua morte e successivamente io come donna e vedova e di due bambini".
"Ho informato del caso Giuliano Taccola e della sua famiglia l'attuale premier perché possa essere ascoltata almeno una volta la voce delle vittime" aggiunge la vedova spiegando poi di non aver mai "chiesto sussidi ed elemosina ma solo verità, giustizia e diritti acquisiti come ogni cittadina italiana ha diritto in uno Stato civile e democratico. Il passato - conclude Nanniperi - non si può cancellare né dimenticare perché è il nostro presente in tutti questi anni di silenzio, abbiamo trovato la forza di" sopravvivere "solo nel ricordo di Giuliano, un ragazzo semplice e onesto che amava la vita e la sua famiglia".
(Unioneonline/l.f.)