Prova a mostrarsi distaccato, ma tiene parecchio sia al Cagliari che al Bari. Sandro Tovalieri, da buon doppio ex del match, non fa pronostici: a Bari, in tre anni, ha contribuito – tra l’altro – a riportare i Galletti in A con Materazzi padre, sardo di Arborea, e Igor Protti. A Cagliari, nei sei mesi che trascinarono nel 1997 i rossoblù allo spareggio con il Piacenza, che andò come andò, segnò 14 reti.

Nel dopo calcio è tornato a casa: ad Ardea, in provincia di Roma. Oggi è il responsabile del settore giovanile del Falasche Lavinio, club di Eccellenza nella zona di Anzio. «A Bari ho trascorso tre anni belli, meravigliosi, anche a livello anche affettivo. Come quei sei mesi a Cagliari, in cui facemmo un percorso importante ma cademmo sul più bello nello spareggio».

Il Cobra, che a Bari, proprio con Protti e Guerrero inventò il trenino per festeggiare i gol, non si sbilancia sull’esito della doppia sfida: «I playoff, ancor più una finale, sono una sorta di lotteria. Il Bari è sempre stato tra le prime, il Cagliari dall’arrivo di Ranieri in poi, ha recuperato entusiasmo e la spinta di un popolo intero, prendendo una grande rincorsa che lo ha fatto entrare di prepotenza nel lotto delle squadre più forti. Tra l’altro non credo che, per i rossoblù, contino le fatiche di una partita in più: semmai, se proprio si sono stancati, è stato nella semifinale d’andata con il Parma. Entrambe le squadre hanno meritato la finale. Molto dipenderà dal risultato della partita d’andata, che comunque prevedo equilibrata. Dipendesse me», chiosa Tovalieri, «entrambe dovrebbero già essere in Serie A».

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