Dopo l'annullamento del maxi sequestro da 59 milioni di euro, deciso giovedì scorso in Cassazione, il presidente del Brescia calcio Massimo Cellino incassa un altro successo davanti alla giustizia.

Il giudice dell'udienza preliminare di Brescia Matteo Grimaldi lo ha infatti prosciolto, e come lui il sindaco di Torbole Casaglia e segretario provinciale della Lega Roberta Sisti, Mauro Ometto, all'epoca dell'inchiesta assessore ai Lavori pubblici dello stesso Comune, e di Fabio Vizzini, componente della commissione urbanistica fino al 31 novembre 2017, nell'ambito dell'inchiesta sull'acquisto dell'area dove è nato il centro sportivo del Brescia calcio.

Secondo il sostituto procuratore Erica Battaglia, titolare del fascicolo, i quattro avevano «posto in essere atti fraudolenti, consistiti nel posticipare all'esito della procedura di vendita dell'immobile, la definizione della procedura di variante del Pgt che avrebbe dovuto modificare la destinazione d'uso del terreno in area ad uso privato». Ipotesi che per il giudice invece non sussiste.

«Grande soddisfazione – commenta l’avvocato Giorgio Altieri, legale di fiducia dell’imprenditore sardo – per una sentenza che, anche grazie alla recente riforma Cartabia, applica già all’esito dell’udienza preliminare il non luogo a procedere sulla base delle allegazioni difensive per il principio della non ragionevole previsione di condanna in un eventuale processo dibattimentale. Cadono così tutte le accuse contro Massimo Cellino e la sindaca di Torbole Casaglia Roberta Sisti».

Cellino è stato assistito dagli avvocati Altieri e Ida Blasi di Tonucci & Partners di Roma e dall’avvocato Luca Bonavitacola di Brescia, che la settimana scorsa avevano conseguito l’annullamento dei sequestri di oltre 50 milioni per un’indagine fiscale sempre a Brescia nei confronti dell’imprenditore di Sanluri.

(Unioneonline/lopi)

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