Poteva andare meglio, effettivamente. Però Nicolò Barella, all'esordio, si è già preso l'Under 21 azzurra nella serata di Toledo, contro una Spagna ancora lontana. Lui, il gioiellino del Cagliari, classe 1997, uscito dalla Scuola Calcio di Gigi Riva, si è subito ritagliato uno spazio da protagonista. In campo per 75 minuti, giocate di fioretto e di sciabola, con la voglia di bussare alle porte del cielo, dove il commissario tecnico Giampiero Ventura ha già pronto un posto per lui. Cagliari o Italia, è sempre lo stesso Barella.

L'AZZURRO DI NICOLÒ - Un approdo naturale, quello in Under 21. Dagli Under 15 di Antonio Rocca (esordio il 21 febbraio 2012, a 15 anni e due settimane) fino al secondo posto agli Europei Under 19, un'estate fa, e i Mondiali Under 20 a maggio, in Corea del Sud. Dove Barella è stato protagonista in negativo, con la frattura alla mano che ha segnato anche la fine del suo Mondiale.

BARELLA VA VELOCE - Una delusione più forte del dolore. Ma a casa lo aspettava la piccola Rebecca, nata ad aprile. Perché Nicolò corre, in campo e fuori. Papà a 20 anni, ma che c'è di strano per uno che a 17 anni (Cagliari-Chievo, 11 maggio 2014) si è seduto per la prima volta in panchina in A e che, un anno dopo, ha fatto il suo esordio nel massimo campionato, nei 23 minuti finali contro il Parma.

SENZA FRENI - Tre presenze in A, la retrocessione col Cagliari, tanta panchina e poi le valigie per andare a Como. O ti abbatti o corri più veloce. Inutile dire che Barella ha scelto la seconda opzione. "Quel trasferimento mi ha svegliato, perché credevo di essere già arrivato", spiega. E quando Nicolò si è rimesso il rossoblù addosso non se l'è più tolto. Il 18 sulla schiena, luce degli occhi per Tommaso Giulini. E Barella non delude. Nella sua prima vera stagione in A mette insieme 28 presenze, straccia la concorrenza e diventa un intoccabile per Rastelli, che in mezzo alterna tutti, ma non il ragazzino che ogni 90 minuti fa un passo da gigante.

VIETATO TOCCARE - E se a 19 anni sei un titolare inamovibile in Serie A è normale avere addosso l'attenzione delle grandi. Giulini lo blinda, facendogli firmare un contratto fino al 2021. E a ogni chiamata la risposta parte in automatico: "Barella non si tocca". Lo ripete a Juve, Roma, Milan, Inter e Napoli. "Il mio sogno è giocare in Europa col Cagliari", rincara la dose il ragazzo che brucia le tappe. E che, nella nuova stagione, non ha sbagliato nulla contro Juve e Milan. Senza paura di scadere nella bestemmia, in tanti rivedono un Nainggolan in salsa campidanese, tra scivolate perfette, palloni recuperati e smistati e quella sfrontatezza che solo i predestinati hanno.

IL SOGNO AZZURRO - Ancora al Cagliari, perché Barella il rossoblù ce l'ha tatuato sulla pelle. L'Under 21 è già conquistata, ma c'è da scommettere che nella lista del prossimo stage per la Nazionale maggiore Ventura inserirà anche il suo nome. Aspettando la chiamata vera: sarebbe il ventunesimo rossoblù convocato in azzurro. L'ultimo è stato Luca Rossettini, nel 2014, il più presente, manco a dirlo, Gigi Riva. Un predestinato nel nome del Mito.

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