Zanda torna nella sua Sardegna: "Con le mie protesi sfiderò il deserto"
"Essere vivo è una bellissima cosa". Commovente Roberto Zanda, al rientro nella sua Sardegna dopo 5 mesi dal drammatico incidente alla maratona nei ghiacci del Canada, che gli è costata l'amputazione degli arti.
"Potevo essere morto e invece ho scelto di vivere. Anche se in queste condizioni", dice lui, inclinando leggermente lo sguardo verso le protesi alle gambe.
Il ritorno alla vita di Zanda, detto "Massiccione", passa dal ricordo di quelle drammatiche e feroci 14 ore passate a lottare contro la morte, sfidando temperature capaci di scendere e precipitare a 50 gradi sotto zero.
"Sono frastornato da tutto questo affetto, ma sono contento", spiega ai microfoni di Videolina che lo ha raggiunto all'aeroporto.
A Cagliari lo aspetta il percorso di riabilitazione con gli arti bionici: "Con le mie gambe 'nuove' mi sento a mio agio. Mentre per l'utilizzo della mano devo ancora imparare molte cose: per ora so solo mangiare".
Il sogno del runner, però, è tornare a correre: "Le maratone con le protesi sono possibili, per questo punto ad andare nel deserto della Namibia per la prossima stagione".
(Unioneonline/DC)
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