Una vita di corsa, nel vero senso della parola: prima sui campi da calcio dove è stato capitano della Ferrini Cagliari per tanti anni e poi per le strade dell’Isola in bicicletta, settore quello del ciclismo dove ha fondato la Donori Bike Team eccellenza del settore amatoriale sardo. È la storia di Nicola Schirru, 43 anni, sempre all’insegna di quell’amore genuino per lo sport che rende ogni obiettivo da raggiungere un’avventura. Schirru, presidente della Donori Bike, ha dato vita a un vero e proprio team di assi del pedale che negli ultimi tre anni è stato in grado di vincere oltre cinquanta gare e che vanta tra le sue file figure di talento quali l’ex Professionista Emiliano Murtas, Eros Piras, Cristian Melis e Nadia Cherchi. Ma oltre alle vittorie in entrambi gli sport, ciò che lo caratterizza è il desiderio di mettersi in gioco, coltivando valori come la lealtà, la solidarietà, il rispetto reciproco e l’amore per ciò che si fa.

Schirru lei viene dal calcio, quando nasce la sua passione per il ciclismo?

«Ho sempre amato il ciclismo sin da bambino, essendo mio zio Graziano Etzi un corridore. Poi il mio idolo era Gianni Bugno, quindi figuriamoci: ogni gara che vedevo alla televisione era per me una magia».

Cosa l’ha colpita in particolare di Bugno?

«La sua eleganza e la sua umiltà, oltre a una potenza incredibile: ricordo come se fosse oggi la sua vittoria ai Mondiali del 1992 battendo Laurent Jalabert oppure le sue volate da seduto. Era poesia messa sui pedali».

Quando ha iniziato a pedalare?

«A vent’anni ma non a tempo pieno: mi ruppi il legamento crociato sinistro quindi, per potenziare i quadricipiti e recuperare il tono muscolare, durante l’estate ne approfittavo per fare un po’ di chilometri».

L’amore per il calcio invece quando è nato?

«Anche quello sin da bambino, poiché mio fratello maggiore giocava».

Le soddisfazioni non sono mancate.

«Esattamente: da Allievo ho vinto per tre anni di fila il campionato regionale con la Johannes, poi sono passato in Promozione a 17 anni al Pirri sino ai 21 anni, da lì ho fatto un anno nel mio paese a Donori in prima categoria per andare infine alla Ferrini dove ho giocato per più di dieci anni e in cui sono stato capitano per lungo tempo».

I momenti più belli che ricorda?

«La vittoria dei campionati italiani universitari con la finale a Cagliari nell’impianto di Sa Duchessa ma anche il secondo posto in finale, persa ai rigori contro il Veneto, con la rappresentativa regionale Juniores».

La figura più importante della sua carriera calcistica?

«Franco Giordano: per me è stato un maestro di vita, lo conobbi a 14 anni. Un grande professionista, rigoroso ed empatico».

Torniamo al ciclismo: quando ha preso la decisione di dedicarsi totalmente alle due ruote?

«Nel 2015 quando mi sono rotto di nuovo il ginocchio. Da quel momento ho iniziato a pedalare con costanza e nello stesso anno insieme ad altri amici ho fondato la Donori Mountain Bike diventata nel 2020 Donori Bike, grazie all’aiuto prezioso del compianto Federico Mannai».

La Donori Bike rappresenta il fiore all’occhiello dei ciclismo amatoriale sardo, dove a risaltare è spesso il dominio di Eros Piras ed Emiliano Murtas.

«Sì, indubbiamente Eros ed Emiliano hanno una grande alchimia e questo si nota. E pensare che all’inizio erano rivali, le persone dell’ambiente quando hanno saputo che avrebbero corso assieme non ci avrebbero scommesso proprio nulla, pensavano che la squadra si sarebbe sfaldata».

Come è riuscito a costruire un gruppo così affiatato?

«Puntando proprio sull’aiuto reciproco, aspetto che Eros ed Emiliano hanno compreso al volo facendone marchio di fabbrica. La nostra non è una semplice società ma un gruppo di amici che si diverte e che si supporta a vicenda. L’importanza del collaborare gli uni con gli altri è uno degli insegnamenti più significativi che mi ha trasmesso il giocare per tanti anni a calcio».

Sabato scorso avete organizzato la prima edizione del ‘’Trofeo XC in Pineta’’ a Donori. Siete soddisfatti?

«Assolutamente sì, la gara si è svolta nella pineta comunale e abbiamo avuto ben 188 iscritti. Direi che è andato tutto molto bene e questo ci dà ancora più motivazione per i prossimi anni».

La Donori Bike sta tirando su anche un gruppo di giovanissimi corridori.

«Esattamente e ci tengo a ringraziare per il grande impegno il vicepresidente della nostra squadra Stefano Massa. Dalla settimana scorsa siamo diventati Scuola di Ciclismo e possiamo contare su due spazi preziosi come il Bike Park in Pineta e il Velo Bike ricavato nell’ex campo comunale di Donori. Sono primi passi importanti che ci danno molta fiducia».

Cosa unisce due sport così differenti come il ciclismo e il calcio?

«L’unione: solamente incentivando l’aspetto umano e facendo capire l’importanza di un gruppo solido è possibile fare la differenza».

© Riproduzione riservata