Ciò che conta di più è l’alchimia tra le componenti. Una volte instaurata quella, i tempi vengono da sé. Come nel caso delle ragazze dell’Esperia che hanno siglato il nuovo record sardo Assoluto della 4x100 mista, sabato scorso in vasca corta nella piscina di Terramaini a Pirri. Il quartetto seguito dal tecnico Marco Cara, formato da Maria Murru a dorso, Francesca Zucca a rana, Chiara Demontis a delfino e Sophia Dubois a stile libero, ha migliorato di sei secondi il precedente primato di 4’18’’27 appartenente all’Atlantide stabilito il 13 marzo 2016 sempre a Terramaini. Una prova di carattere, non solo di gambate e bracciate: le quattro giovani, studentesse liceali e universitarie, hanno gareggiato da sole contro il cronometro scrivendo una pagina di rilievo del nuoto sardo.

Cara un nuovo record sardo Assoluto. Si aspettava un miglioramento così netto?

«Eravamo consapevoli di poter fare il record e sapevamo di poter limare vari secondi. La staffetta è una gara complessa, non è semplice trovare tutte e quattro le atlete in forma. Fortunatamente, tutto è andato per il verso giusto».

Alla Coppa Brema del dicembre scorso il record vi è sfuggito per pochissimo. Cosa vi è mancato?

«La freschezza. Le ragazze erano reduci da varie gare disputate nella stessa giornata, in questi casi è molto difficile rendere al meglio».

Quali sono i punti di forza della vostra staffetta?

Prima di tutto l’affiatamento. Le ragazze sono molto unite tra di loro e questo è un tassello essenziale. Inoltre, credevano davvero di poter fare questo record: erano pronte ad andare oltre i propri limiti».

Questa è una staffetta che vede meglio in vasca corta o in lunga?

«Per adesso direi in corta ma è tutto da valutare. Speriamo di poterci ripetere anche in vasca da 50, i presupposti per fare bene non mancano».

Quando rivedremo il quartetto in gara?

«Ancora non lo sappiamo, speriamo però che a metà marzo ci sia l’opportunità di disputare un’altra staffetta».

Il cronometro ha dato il responso di 4’12’’88: crede fosse possibile scendere sotto i 4’12’’?

«Per le attuali condizioni delle ragazze, non al cento per cento essendo in fase di carico, direi che abbiamo ottenuto un risultato più che soddisfacente».

Molti atleti smettono di nuotare ancora prima della fine delle scuole superiori. Come superare il problema?

«È importante incentivare il dialogo con scuole e università, affinché si realizzino progetti che consentano ai ragazzi di conciliare studio e allenamenti: la motivazione è fondamentale, così che i giovani capiscano che dopo i 20 anni si hanno ancora notevoli margini di crescita».

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