In appena tre anni, ha dato il primo colpo di pagaia, bruciato miglia e tappe fino a entrare nella Nazionale Junior e disputare pochi mesi fa gli Europei e Mondiali di categoria. Clarissa Farina, atleta del Circolo Kayak Sardegna Le Saline, è l’astro nascente della canoa sarda.

La scintilla della canoa. Sedici anni, è una velocista pura, anche nel percorso compiuto sulla sua canadese, dove è salita per curiosità, dopo aver provato il kayak e una serie innumerevole di altre discipline sportive. “Mi sono cimentata nel basket, nuoto, nella danza classica, ginnastica artistica infine nella pallavolo, ma solo con un corso estivo sulla canoa, tre anni fa, si è accesa la scintilla”, racconta, “mi sono subito appassionata e, quando mi è stato proposto di salire sulla canadese, ho capito di aver finalmente trovato il mio sport: la posizione a bordo è complessa ma, appena salgo, entro in perfetta sintonia con la barca e quando sento la pagaia toccare l’acqua e riemergere, è una sensazione che mi appaga e rilassa molto”.

Sogno azzurro. In poco tempo e tante ore di allenamento è tanto cresciuta da meritare la chiamata in azzurro. Quest’anno, il salto di qualità con la convocazione agli Europei junior, a luglio in Polonia. Nella specialità C2, assieme alla romana Michela Di Santo, è arrivata sino alla finale, chiudendo in ottava posizione. “Non è stato un debutto affatto semplice”, confessa, “all’arrivo non conoscevo nessuno e stare lontano da casa mi ha gettato in crisi, volevo tornare a Cagliari. Per fortuna, il mio allenatore Pier Paolo Pani mi ha incoraggiato al telefono, e accanto avevo l’altro tecnico Edem Muradasilov, che segue le azzurre proprio della canadese. Grazie a loro, sono riuscita a superare la paura, il freddo e il forte vento. Entrare nella finale dei 200 metri è stato bellissimo”.

I mondiali. Due mesi dopo, a settembre, un altro esordio, sul palcoscenico mondiale. A Montemor-o-Velho, in Portogallo, la Farina ha gareggiato sempre in doppio sui 200 metri e come singolista sui 500 metri, arrivando quinta in semifinale. “Una bella soddisfazione, considerato che non è la mia specialità. Rispetto agli Europei” aggiunge, “ero più serena e ho potuto godere appieno anche del clima di amicizia e socializzazione tra tanti atleti provenienti da ogni parte del mondo”. 

Uno sguardo al futuro. Ora, Clarissa Farina concilia gli impegni scolastici (frequenta il terzo anno al liceo linguistico Eleonora D’Arborea) con i sei allenamenti settimanali tra acqua, corsa e palestra e gli imminenti impegni azzurri. “A fine anno, al centro federale di Castel Gandolfo, ci sarà un raduno con i test a terra e in barca. Spero ne seguano tanti altri e che il mio percorso in azzurro sia sempre più ricco di gare e soddisfazioni”.

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