È il padre fondatore del Caprera Calcio Femminile, realtà del calcio in rosa che (ri)partendo dall’Eccellenza dopo diversi anni trascorsi in C, ed una dolorosa retrocessione patita l’anno scorso, vuole rinverdire i fasti di un passato glorioso cominciato nel 1988, anno della sua fondazione. Roberto Cau, 63enne presidente dei neroverdi, ripercorre la storia della sua società, la più antica e longeva del panorama del calcio femminile in Sardegna. «Sono partito da Marrubiu assieme a mia moglie che giocava a calcio e una volta arrivati a Caprera ho pensato di creare una società di calcio femminile. Siamo partiti con i primi tornei di Eccellenza e serie C poi nel campionato ’97-’98 siamo saliti in Serie B e per alcuni anni abbiamo disputato questo campionato a livello nazionale».

Società storica

Dopo tante stagioni disputate in C, per la sua squadra è ora di ricominciare a lottare in Eccellenza. «Un torneo che mi ha un po’ deluso a dire il vero», commenta Cau. «Il campionato è corto, non c’è la terna arbitrale e anche gli arbitri sono giovani è un po’ inesperti. È tutta un’altra cosa rispetto alla Serie C e al campionato nazionale». Nonostante le numerose difficoltà anche logistiche, oltre che economiche, il patron neroverde guarda avanti con ambizione. «Purtroppo muoversi da una parte all’altra dell’isola implica dei costi e per una trasferta a Cagliari, ad Oristano o a Maracalagonis ci vogliono dei giorni. Siamo l’isola nell’isola. Giochiamo senza sponsor e dobbiamo far fronte a dei costi ingenti. Ma andiamo comunque avanti», aggiunge Roberto Cau, che non nasconde l’orgoglio per la sua squadra multietnica. «Abbiamo tre giocatrici marocchine, e poi una spagnola, una brasiliana, una della Costa d’Avorio, una polacca, una rumena, e una senegalese. Il gruppo si sta affiatando anche se non è stato facile. Purtroppo in Sardegna sono poche le ragazze che giocano a calcio e abbiamo dovuto andarle a cercare fuori».

Obiettivo promozione

La stagione è cominciata secondo le aspettative e ad una giornata dalla chiusura del girone di andata il Caprera è lì davanti assieme a Tharros e Cagliari. «Penso che la Tharros sia la squadra da battere. Ha una struttura societaria importante, giocatrici forti come la Mattana, la Casula e la Farris, con un allenatore molto in gamba.  Ma noi siamo lì a giocarci le nostre possibilità di promozione. Abbiamo perso lo scontro diretto ad Oristano ma penso che qui da noi possa andare meglio. Abbiamo affrontato il Cagliari ed è andata bene, ma abbiamo faticato. Poi c’è la Torres che è una squadra giovane, che abbiamo battuto ma è imprevedibile. Da qui alla fine del torneo può succedere di tutto». Domenica si farà visita al Maracalagonis. «Un’altra trasferta che ci impegnerà per un paio di giorni. Sarà una partita da non prendere sottogamba», avverte il massimo dirigente neroverde, che confida però nelle sue ragazze. «La squadra è in crescita e siamo fiduciosi. L’obiettivo è quello della promozione in C, anche passando per un ripescaggio».    

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