Il Decimoputzu è promosso in Prima
Festeggia il salto di categoria con tre gare di anticipo
Il Decimoputzu (foto Andrea Serreli)
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Dopo dodici anni il Decimoputzu fa ritorno in Prima categoria. Tra gli anni 60’ e primi anni ’90 è stato grande protagonista nel calcio sardo. Inizialmente nella prima divisione sarda poi in Promozione quando ancora non esisteva in Eccellenza. Ha preso parte anche al primo campionato assoluto di Eccellenza nella stagione 1991/1992. Diverse volte ha sfiorato il salto in Interregionale. Nella stagione 1963/1964 si classificò terzo dietro Pacini e Tharros e nel 1969/1970 secondo dietro il Guspini, come anche nel 1988/1989 alle spalle del Mobil Clam Pirri. Terza piazza anche nel 1990/1991 dietro Sinnai e Iglesias. Dopo tante stagioni nell’anonimato, ora il ritorno in campionato più consono, in Prima categoria. “Abbiamo disputato l’ultimo torneo di Eccellenza nel 1993/1994”, dice il presidente Mino Mocci, “Ricordo che siamo la prima società, nella stagione 1991/1992, a vincere la Coppa Italia regionale di Eccellenza battendo in finale (3-2) il Quartu. Avevamo disputato le fasi nazionali a Fiumicino”.
Il paese in festa. C’è grande entusiasmo: “L’andamento estremamente positivo di questa stagione”, prosegue Mocci, “ha riacceso l’entusiasmo, quest’anno infatti si sono registrate un maggior numero di adesioni anche nella scuola calcio che è sempre stata piuttosto florida. Abbiamo sentito anche la vicinanza dell’amministrazione comunale che tra le altre cose ci ha convocato in Comune per mostrare riconoscenza per ciò che è stato fatto per Decimoputzu”. Alla guida tecnica, Roberto Mennella, ex portiere di Sinnai e Selargius. “Il tecnico, alla sua prima esperienza nel nuovo ruolo, in quanto i precedenti due campionati sono stati interrotti prematuramente, è riuscito nell’impresa di vincere subito. Ha trasmesso una cultura del lavoro ed una metodologia che ha favorito la netta crescita di tantissimi giocatori soprattutto i più giovani”.
Il tecnico. Felicissimo anche Mennella: “Dopo una fase iniziale piuttosto sottotono”, racconta l'allenatore, “abbiamo subito capito che prima di battere l’avversario dovevamo imparare a vincere convivendo con i nostri limiti e difetti senza la presunzione di volerli eliminare tutti ma sicuramente di limarli e migliorare gara dopo gara”.