Una scommessa ambiziosa? Ebbene sì, che a distanza di trentacinque anni è diventata una realtà di spessore con un potenziale notevole. Il circolo Oristano Scacchi è una delle eccellenze del movimento scacchistico sardo, capace di ritagliarsi un ruolo di primo piano nel panorama regionale, grazie a un impegno giornaliero cospicuo e alla capacità di saper coltivare i propri talenti. Tanti i risultati importanti conseguiti, tra cui spicca la vittoria l’anno scorso della fase regionale dei campionati italiani che ha consentito loro di essere promossi dalla serie C alla serie B. La loro tana è in via Diego Contini a Oristano, dove si svolgono gli allenamenti curando ogni singolo dettaglio per arrivare alle competizioni al meglio. Dagli esordi alla fine degli anni Ottanta, con il primo presidente Roberto Grillo, ad oggi tanto è cambiato: ma non di certo l’amore per ciò che si fa. «Il gioco degli scacchi è in grado di trasmettere insegnamenti preziosi», sottolinea l’attuale presidente Andrea Sini, 72 anni ingegnere chimico alla guida del circolo dal 2018. «Aiuta ad organizzarsi meglio, portando a coltivare doti come la concentrazione, insegnando a gestire la tensione nervosa cogliendo le emozioni dell’avversario».

Sini quest’anno celebrate trentacinque anni di storia.

«Già, il nostro circolo è nato nel 1988 da un gruppo di appassionati scacchisti capitanati dal primo presidente Roberto Grillo. Inizialmente ci si riuniva al dopolavoro ferroviario, ci sono state varie sedi provvisorie, con il passare degli anni il numero degli iscritti è cresciuti sino ad arrivare a 29 tesserati».

Qual è la fascia età dei vostri giocatori?

«Si tratta di un gruppo molto variegato: i giovani vanno dai 7 ai 16 anni, non mancano poi persone che sono vicine ai trent’anni, così come quarantenni, cinquantenni e anche ultrasettantenni. Il gioco degli scacchi, erroneamente considerato uno sport di nicchia, è in realtà molto inclusivo».

Quali sono i vostri veterani?

«Sicuramente Francesco Carta che è anche uno degli istruttori con maggiore esperienza in Sardegna, poi aggiungerei Gianfranco Marteddu ed Ernesto Serra che ci sono sin dagli esordi».

Le nuove leve su cui scommettere?

«Direi Emanuele Cancedda, un giovane che soprattutto negli ultimi tempi si sta ritagliando un ruolo importante, mostrando ampi margini di crescita. Poi Giulia Massidda, che tra l’altro pratica pure l’atletica leggera, ha un bel potenziale, da tenere d’occhio anche Gabriel Solinas e Samuele Pelliccioni».

I momenti più belli del vostro percorso?

«Vado oltre i risultati che, chiaramente, sono importanti però non sono tutto: quando ci hanno dato la sede è stato un momento di grande impatto emotivo, un po’ come un nomade che finalmente trova il proprio porto sicuro. Poi, l’arrivo di nuovi giovani talvolta insieme ai propri genitori che hanno dato linfa vitale alla nostra squadra. Aggiungerei anche l’organizzazione dei due campionati sardi nel 2021 e nel 2022».

Tra i vostri fiori all’occhiello l’organizzazione della ‘’Coppa Città di Oristano’’.

«Assolutamente, nel movimento scacchistico organizzare le coppe di città è una tradizione e noi, in primis, ci teniamo che si celebri questo momento. Abbiamo, sino ad ora, organizzato due edizioni, la terza sarà nella nostra sede in via Diego Contini i primi di settembre la data è ancora da definire. L’obiettivo è dare sempre più continuità alla manifestazione e fare sì che il numero degli iscritti cresca anno dopo anno».

Quante ore si allena mediamente un giocatore di scacchi?

«Dipende dal livello a cui si ambisce e da caso a caso. Ad esempio, il campione mondiale Magnus Carlsen, norvegese, si allena sette ore al giorno con la scacchiera ma prima svolge una intensa attività di esercizio fisico. Sicuramente, a prescindere dagli obiettivi a cui uno scacchista punta, è essenziale ritagliarsi almeno due ore tutti i giorni. La fatica è tanta, questo è innegabile, ma poi la soddisfazione è immensa».

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