La Ferrini e la seconda finale scudetto femminile della sua storia. Domani e domenica a Pisa, doppia sfida con il Butterfly Roma, prima nella serie A Élite, + 5 sulla squadra cagliaritana, seconda grazie allo sprint finale nelle ultime giornate. Una delle due succederà alla Lorenzoni Bra. La Ferrini deve fare a meno di due atlete, le sorelle Maria e Josefina Inaudi, rientrate in Argentina per gravi motivi familiari. Un duro colpo al morale della squadra.

Ferrini e Butterfly sono due formazioni con caratteristiche diverse. Le romane giocano un hockey veloce e puntano su alcune individualità che possono fare la differenza. La Ferrini punta invece sulla forza del gruppo e sulla manovra aggressiva, ciò che ha messo in difficoltà il Butterfly nell’ultima giornata di campionato quando avanti 3-1 è stata raggiunta e, quasi alle corde, salvata dal fischio finale.

Valeria Spitoni, coach e artefice di un’impresa imprevista all’inizio del torneo, prepara la doppia sfida.

“Sono certa che le tristi notizie giunte dall’Argentina, e che hanno costretto due giocatrici a tornare in Patria, avranno l’effetto di compattare ulteriormente il gruppo.  Perché è proprio sulla coesione del gruppo abbiamo lavorato, staff tecnico e giocatrici”.

Non c’è un segreto per questa finale, ma un lavoro costante sul gruppo, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

“Non abbiamo mai avuto l’ossessione del risultato, ma l’obiettivo di giocare bene e migliorare. E con questa strategia siamo arrivate sino in fondo. Grazie all’impegno di tutte, e ci tengo a precisare ed evidenziare, di un lavoro sul gruppo che ha portato a una tale coesione, che ogni singolo è, e si sente, al servizio della squadra”.

Vincendo a Torino nella penultima giornata sono improvvisamente cambiati gli obiettivi. Dalla salvezza raggiunta alla corsa alla finale.

“E’ vero, si è improvvisamente aperto un nuovo scenario. Ma eravamo pronte, proprio perché non avendo l’ossessione e lo stress da risultato, abbiamo visto ripagato un lavoro fondato su crescita, bel gioco, e su come stare unite. Lo spirito è rimasto immutato”

Ha già esperienze di due finali scudetto alla guida del Suelli, in A1 maschile. Che sensazioni sono state trasmesse alle atlete che giocheranno la loro prima finale?

“Da quelle esperienze ho colto tanti insegnamenti. Oggi non calcherò la mano alla ricerca del risultato a tutti i costi, può essere deleterio. Chiederò di elevarci ancora e trovare nuove forze. Siamo partite senza referenze e credenziali, oggi viviamo un sogno”.

A parte le sorelle Inaudi, tutte a disposizione?

Rientrano dagli infortuni, seppure convalescenti, Sambenedetto e Arbia. E in panchina sarà con noi Lena Ivakhnenko, perno della difesa sino all’anno scorso”.

Inutile nasconderlo, il Butterfly partiva tra le favorite sin dal precampionato. Alcune vicende che non riguardano la squadra hanno creato qualche diffuso malumore.

“La differenza è proprio questa. E’ una squadra costruita per vincere e sono obbligate a fare bene. E dopo le ultime vicende, dovranno anche gestire la pressione”.

Per la cronaca, la Ferrini disputò la sua prima finale scudetto nel 2015, a Bra, venne sconfitta 2-1 dall’Amsicora. In semifinale aveva battuto il Cus Pisa 1-0. Anche in quella circostanza, all’ultimo momento dovette fare a meno dell’italo argentina Valentina Braconi, fermata da un infortunio.

SERIE A ÉLITE MASCHILE

Domani ultima giornata prima della doppia finale. In corsa Ferrini e Bra, rispettivamente seconda e prima, che si sfidano al "Maxia" dalle 16. Nessuna delle due ha la certeza del posto in finale, ma potrebbe essere un'anteprima della sfida scudetto. Si decide la seconda squadra che retrocederà insieme al Bonomi, ultimo appello per l'Amsicora che a Ponte Vittorio, alle 15,  ospita il Valchisone (che lotta per un posto in finale), con un unico risultato possibile, la vittoria e sperare che il Bondeno non vinca.

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