Antonio Borrotzu, 43 anni, da Orani, bomber di professione da una vita e ora per diletto, non si smentisce mai. Gioca in Prima categoria nel Campanedda, frazione di Sassari. Anche domenica scorsa col suo destro implacabile è andato in gol, aprendo le marcature contro il Pefugas, in una partita finita 5-1 per la sua squadra. E sono oltre 400 le sue reti in carriera, Serie C e D comprese, in squadre prestigiose come Tempio e Messina, solo per citare le più note di un elenco lunghissimo. 

Come mai la scelta di Campanedda?

“Vivo a due passi, a Porto Torres. La dirigenza della squadra mi ha proposto un progetto serio, che ho accettato con entusiasmo”. 

Anche la società sembra però entusiasta, non solo per i gol.

“Mi fa piacere. Cerco di mettere la mia esperienza e professionalità al servizio della squadra, specie dei più giovani. Stiamo costruendo qualcosa di importante”. 

Come un attuale terzo posto in classifica.

“In Prima categoria ci sono sicuramente squadre che hanno più nome del nostro, come il Sennori o il Ploaghe, ad esempio. Ma noi possiamo ben figurare e intendiamo disputare un campionato di vertice. Reputo la nostra rosa all'altezza della situazione. Inoltre siamo tutti amici, che si avvalgono di uno staff tecnico preparato e di una dirigenza che ci è sempre vicina”.  

Insomma, l'ideale per vincere il campionato. 

“Non dico questo, e non voglio essere presuntuoso, ma le squadre che puntano alla vittoria del girone non dovranno sottovalutarci”.

Per quanto tempo ancora Antonio Borrotzu ha intenzione di continuare?

“Finché il fisico me lo consentirà. Per ora sto bene e devo superare solo un piccolo problema alla schiena. Mi alleno sempre con determinazione e quando la domenica vedo la rete gonfiarsi dopo un gol della mia squadra è sempre una sensazione da brividi. Quella per cui non vale ancora la pena di smettere”.

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