“Wolf Man”: il reboot horror con Christopher Abbott non riesce a far breccia al box office USA
Il debutto il 16 gennaio senza aver ad ora prodotto i risultati speratiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Atteso con grandi aspettative dai fan dell’horror tradizionale, “Wolf Man” ha debuttato lo scorso 16 gennaio riportando in auge il mostruoso licantropo conosciuto nei classici della letteratura e nelle numerose trasposizioni su schermo, a cominciare da quella iconica del 41 con protagonista Lon Chaney Jr. Tra i personaggi di spicco del Monsters Universe a cura di Universal Pictures e Blumhouse, la versione tirata a lucido dell’uomo lupo vanta l’interpretazione di Christopher Abbott, noto per le recenti apparizioni in “Povere Creature!” di Yorgos Lanthimos e nel cinecomic “Kraven: il cacciatore”.
Infondendo alla narrativa originale un tocco più moderno, seguiremo le vicende di Blake, un marito e genitore che decide di tornare nella sua casa natale in California dopo la misteriosa scomparsa del padre. La situazione si complica quando Blake viene ferito al braccio da un lupo mannaro, conferendogli della capacità di mutazione straordinarie e portandolo a diventare un pericolo per la sicurezza dei suoi famigliari. In quel luogo confortevole che diverrà presto uno scenario da incubo, sua moglie Charlotte e la piccola Ginger tenteranno di scampare con ogni mezzo alla sua sete di sangue.
Nato da un progetto risalente al 2014, il titolo è stato diretto da Leigh Whannell, ricordato soprattutto per i seguiti di “Saw - L’enigmista” e “Insidious”. Stando alle prime indiscrezioni, la stesura iniziale dello script è nata dal contributo di due sceneggiatori, e avrebbe dovuto accogliere come protagonista Dwayne Johnson. Dopo un periodo di stasi che sembrava aver condannato l’idea all’oblio, “Wolf Man” è tornato nuovamente in ballo grazie al successo de “L’uomo invisibile” uscito nel 2020, anch’esso firmato alla regia da Whannell. Non a caso, in molti si sono chiesti se “Wolf Man” e “L’uomo invisibile” appartengano in qualche modo allo stesso universo. Ciò ha fatto pensare che la Universal stia offrendo una seconda chance al suo “Dark Universe”; dopo il flop del reboot de “La Mummia” nel 2017 che nei piani iniziali avrebbe dovuto lanciare una nuova saga cinematografica ispirata ai classici dell’orrore. A onor del vero, non esistono conferme su questo aspetto, e le somiglianze tra i due film si notano più per l’atmosfera e il restyle del personaggio che per qualche possibile collegamento di trama o ambientazione.
Stando ai numeri del box office USA, l’esordio di “Wolf Man” sembra non aver prodotto per il momento i risultati sperati. Dal primo weekend di uscita, il titolo si colloca sotto “Mufasa: Il Re Leone” e “One of Them Days”, commedia con Keke Palmer che ha sortito un esito al botteghino del tutto inaspettato. L’horror segna un incasso di 10,5 milioni in 3.354 sale, con una media per sala di 3.145 dollari; un riscontro deludente se confrontato con quello del precedente “L’uomo invisibile”, che nella prima settimana raggiunse la cifra di ben 28 milioni di dollari. Non rimane che osservare se il trend subirà un mutamento nelle prossime settimane o se il pubblico statunitense continuerà a preferire le risate ai salti sulla sedia. Anche a fronte delle recensioni non del tutto positive, come si evince dallo score del 52% sul sito Rotten Tomatoes, la critica specializzata concorda nel lodare l’interpretazione di Abbot. Ispirandosi a creature orrende come quella vista in “La Mosca” di David Cronenberg, soprattutto per quanto riguarda le fasi di trasformazione, l’attore trae dall‘archetipo del mostro una forte connotazione simbolica, come metafora della malattia e delle paure che dominano la nostra mente.
Su questo aspetto, ha lasciato un‘interessante riflessione nel corso delle interviste per la promozione del titolo: «Uno dei temi principali di questo film è l'idea della comunicazione e delle malattia. Sono i temi in cui ci si può identificare. Per esempio, per quanto riguarda la comunicazione: cosa accadrebbe se la tua capacità di parlare con le persone che ami, o con chiunque, ti fosse portata via? Come ti comporteresti? In questo film è raccontato in modo surreale, ma rispecchia ciò che succede nella vita reale. Molte persone hanno provato questa cosa. Credo ci siano diversi spunti: penso che le persone potranno rispecchiarcisi. Oltre a spaventarsi e divertirsi. Sono queste le cose che danno cuore al film».