Al cinema come sul ring, un irriconoscibile Zac Efron vince la sfida del biopic diretto da Sean Durkin “Warrior: The Iron Claw”, ispirato alla famiglia texana Von Erich che sul finire degli anni settanta ha segnato la storia del wrestling americano.

Kevin concorre al titolo mondiale insieme ai fratelli David e Mike, il padre Fritz gestisce il focolare come un’attività a pieno ritmo e nutre nei propri figli la speranza di raggiungere la vetta. La durezza delle sue imposizioni è alleviata dall’affetto e solidarietà che i ragazzi dimostrano tra loro, sostenendosi a vicenda senza l’istinto di prevaricarsi. Per esigenze personali, anche il quarto fratello Kerry torna a casa e si unisce alla lotta. Ma la strada verso il successo diventa ogni giorno più impervia ed una terribile maledizione sembra abbattersi sulle sorti della dinastia.

Con l’esperienza maturata nel cinema indipendente, il director associa l’attenta ricostruzione dei fatti all’analisi dei rapporti umani: in una biografia tristemente segnata da episodi dolorosi le conflittualità fra i personaggi s’insinuano sottili, camuffate da un senso d’identità comune che annienta lentamente la forza del singolo.

Perfettamente integrato al contesto, il cast compie un lavoro eccezionale che valorizza principalmente la ricerca emotiva all’atteggiamento esuberante tipico fra gli atleti di questa disciplina. Ancor più, Efron realizza l’interpretazione migliore della sua carriera grazie alla trasformazione radicale di cui è stato capace, e siamo certi che diverrà il suo prossimo biglietto da visita per le nuove collaborazioni che lo attendono.

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