È Lunadigàs, film sardo di Marilisa Piga e Nicoletta Esler, il miglior lungometraggio dell'edizione 2017 del Festival Internazionale d'Arte Femminista di Tunisi, un festival che racconta il femminismo e il gentil sesso attraverso le arti, incoraggiando la produzione artistica e la fruizione, indipendentemente dalla classe sociale, dal livello intellettuale e dal colore della pelle.

Un riconoscimento importante per un film documentario coraggioso che esplora ragioni e sentimenti delle donne che hanno scelto di non avere figli, una decisione che si scontra ancora oggi con la sensazione che questa idea sia quasi contro natura.

Il film prende a prestito dalla lingua sarda il titolo: Lunàdigas è, infatti, il modo di definire le pecore – ma non solo – che non si riproducono nonostante siano fertili.

Anche Marilisa Piga e Nicoletta Esler, pur essendo donne, sono lunàdigas. Il progetto di questo film prende le mosse dieci anni fa, quando le autrici si rendono conto che loro, donne senza figli, non sono più delle eccezioni, ma che in Italia è cresciuta una comunità – invisibile, però – di donne che vivono la stessa condizione. E se per alcune si tratta di una rinuncia, di un desiderio mortificato dalla precarietà e dalla mancanza di servizi sociali, le tante protagoniste di Lunadigàs raccontano piuttosto un cambiamento nel sentire, nel percepirsi, nel muoversi nella società. Un cambiamento che, in molti casi, ha continuato a scontrarsi con un pregiudizio. O semplicemente con un giudizio. Negativo.

Lunadigàs è anche un progetto in divenire e che prosegue il suo cammino oltre i confini italiani alla ricerca di altre culture dove poter portare il dibattito. Attualmente, grazie all'appoggio di Inkifada - Associazione di Giornalisti Indipendenti di Tunisi – il progetto è approdato in Tunisia con tutta la curiosità e l'interesse di capire e farsi raccontare le ragioni e i sentimenti delle donne di quel paese.

(Redazione Online/v.l.)
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