Esce oggi, in formato fisico e digitale, "Essere qui", il sesto album di Emma Marrone. Undici canzoni per accettarsi, perdonarsi e, finalmente, ritrovarsi, scelte e maturate nell'arco dei due anni, che le separano dall'ultimo "Adesso".

Un vestito nuovo con cui Emma si ripresenta sulle scene più consapevole, in equilibrio con se stessa e la sua femminilità, ma, soprattutto, vogliosa di lasciare che a parlare, forte e chiaro, sia solo la sua musica. La stessa che dal 16 maggio, dopo il tour nelle librerie, la porterà sui palchi delle principali città italiane (biglietti disponibili su TicketOne).

INNO ALLA VITA - "Il titolo di questo disco è arrivato mentre leggevo", racconta la cantante salentina. "Quando ho letto quelle due parole, "essere qui", mi si è aperto un mondo e ho pensato: caspita, io sono qui, esisto, respiro, voglio vivere e sto facendo quello che mi piace. Questo titolo, quindi, è un inno alla mia vita, al lavoro che faccio e un ringraziamento generale a tutto quello che mi è successo fino ad oggi".

Un percorso doloroso, la vita, che per Emma ha significato anche la malattia - quel tumore all'utero e alle ovaie diagnosticatole nel 2009, poi combattuto e sconfitto - e la lotta senza fine all'insicurezza, che da sempre, per carattere, le è nemica. Un toro preso per le corna e domato proprio attraverso il lungo processo creativo legato a questo disco. "Al di là di quello che posso sembrare, sono una persona molto insicura, quindi, vivo il mio lavoro come una cura per le mie fragilità. Anche questo disco è il risultato di un percorso umano importante. Fermarmi e riprendere fiato dopo "Adesso", mi ha dato modo di ascoltarmi. In questo mestiere è difficile non finire col proiettarsi in tutto quello che gli altri dicono di te e io stavo iniziando a mettere da parte quello che sentivo di me stessa. A piccoli passi e con grandi sforzi, invece, mi sono chiesta aiuto e oggi sono una persona più luminosa".

IL DISCO - Piena di luce e di energia positiva è anche la musica di "Essere qui", un disco da ascoltare senza preconcetti. Prodotto con Luca Mattioni e suonato da una squadra di musicisti eccezionali, ma tutti di estrazione diversa - da "Ninja" dei Subsonica alla batteria, a Paul Turner degli Jamiroquai e Lorenzo Poli al basso, Adriano Viterbini (Bud Spencer Blues Explosion) e Andrea Rigonat (Elisa) alla chitarra - l'album, infatti, si muove tra rock, pop e funk, trovando unità in una visione artistica svincolata da stringenti logiche di mercato. Lo dimostra anche la scelta del singolo di lancio, "L'isola", pezzo dalle sonorità elettroniche e internazionali, che, però, non rappresenta, come sarebbe lecito attendersi, l'identità musicale del disco.

"Quando ho ascoltato quella canzone è stato come se un fascio di luce mi spaccasse in due", spiega Emma. "È stato il motore che mi ha portata a lavorare in questa maniera, perché non volevo tradire l'emozione di quel brano, ma assecondarne la spinta, per sputare fuori un disco del tutto vero e sincero".

FRATELLI DI ANIMA - Contro ogni aspettativa anche la scelta di rappresentarsi tramite canzoni scritte da altri autori, a esclusione di "Sorrido lo stesso", firmata da Emma. Ci sono vecchie conoscenze, tra cui Roberto Casalino, Amara, Dario Faini e Giuliano Sangiorgi, e nuovi fratelli di anima, come Davide Petrella, Gianni Pollex, Davide Simonetta e Federica Abbate, a tratteggiare i contorni della nuova Emma, una donna che ha fatto pace anche col suo lato femminile e che non si vergogna più a mostrarlo. "Se in passato mi sono barricata dietro a un chiodo di pelle o a una camminata un po' rude era anche perché, in un ambiente maschilista come quello della musica, pensavo di poter imporre così il mio carattere artistico, più che quello di ragazza bionda e carina", conclude Emma. "Oggi, invece, lascio parlare la musica".

Cinzia Meroni
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