Dopo la malattia, l'impegno in prima linea per aiutare la ricerca.

Tom Hanks torna a far parlare di sé, e questa volta non è per la malattia da cui è stato colpito e poi è guarito, ma per l'impegno che ha deciso di mettere mella lotta alla pandemia da coronavirus.

All'inizio di marzo, Hanks e la moglie sono stati trovati positivi mentre in Australia l'attore stava girando il biopic di Baz Luhrmann su Elvis Presley in cui interpreta Tom Parker, il manager del re del rock.

Tornati nella loro casa a Los Angeles a fine marzo, dopo la quarantena Hanks ha detto in radio: "E ora 'Cosa si fa?' 'C'è qualcosa che possiamo fare per aiutare?' E, in effetti, allora abbiamo pensato che dentro noi avevamo in circolo i nostri anticorpi".

Hanks e la moglie sono quindi stati contattati per donare il loro plasma. "Quando ci hanno contattato - spiega l'attore -, siamo quindi stati noi i primi a dir loro: 'Hey, volete il nostro sangue? Possiamo darvi il nostro plasma?'".

Se il suo sangue dovesse davvero portare davvero al vaccino per il Covid-19, l'attore avrebbe già pronto il nome: "Sto già dicendo in giro che se i nostri anticorpi dovessero funzionare vorrei che il vaccino si chiamasse l'Hank-ccine", ha spiegato.

L'attore americano, in Australia, aveva anche risposto alla lettera di un bambino australiano di otto anni bullizzato a scuola per via del suo nome: Corona.

Il ragazzino, di nome Corona De Vries - come riporta la Bbc -, aveva scritto a Hanks e moglie quando erano entrambi ricoverati nel Queensland dopo avere contratto il virus. "Ho saputo che tu e tua moglie vi siete ammalati di coronavirus. State bene?", aveva detto il bambino aggiungendo poi che a scuola c'era chi lo bullizzava e lo chiamava 'coronavirus'. "Divento molto triste quando la gente mi chiama così" aveva poi aggiunto nella sua lettera.

"Caro amico Corona - gli aveva risposto Hanks -. La tua lettera ci ha riempito di gioia! Grazie per essere un nostro buon amico. Gli amici sono quelli che ti fanno stare bene quando si è giù".

(Unioneonline/v.l.)
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