Dopo l’uscita del film originale nel 2022 diretto da Christian Tafdrup, l’entusiasmante horror “Speak no Evil” punta ora ad allargare il proprio bacino d’utenza col remake americano a cura di James Watkins, vantando tra i suoi protagonisti la star britannica James McAvoy ricordata soprattutto per il ruolo del giovane Charles Xavier nella serie cinematografica “X-Men” e, non meno, per i precedenti trascorsi nel cinema ad alta tensione col terrificante “Split”.

Presentata in anteprima ufficiale al Toronto Film Festival 2024, la pellicola sta ricevendo pareri decisamente positivi sul sito aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes, con una percentuale d’apprezzamento di oltre l’80%. Nei panni di una famiglia americana finita nella morsa di una coppia d’amici con intenzioni ambigue e sospette, assisteremo a un’escalation di orrore che dal piacere di una vacanza rilassante condurrà a una fuga senza tregua. Sul lavoro di riadattamento compiuto per mantenere l’aderenza all’opera originale senza privarsi di una buona dose d’originalità, il director è intervenuto ai microfoni di GamesRadar+ riflettendo sulla differente caratterizzazione di alcuni personaggi rispetto alla controparte europea, oltre all’importanza di farli apparire il più credibili e umani possibili.

In questo senso, ha dichiarato: «Era davvero importante per James McAvoy e Aisling Franciosi. Più sono reali come persone... più non sono solo dei villain. Quindi sì, hanno questo amore tossico e lui è un narcisista, compie degli abusi e tutto il resto. Penso che probabilmente l'abbia influenzata in qualche modo, ma lei è inoltre complice. Possono esserci due cose vere in contemporanea».

Entrando poi nei dettagli del personaggio di Paddy, con un’attenzione particolare alle esperienze che portano le persone ad assumere comportamenti assurdi e contraddittori, ha approfondito dicendo: «Fa parte del loro imbroglio, immagino. Quando Paddy sta facendo il fuoco e cose fantastiche, allora pensi: sì, mi piacerebbe avere un amico come lui. Poi, ovviamente ci sono dei lati totalmente inaccettabili».

Interpellato in occasione dell’uscita nelle sale, James McAvoy ha espresso le proprie considerazioni sul titolo per la rivista Total Film. In particolare, la star ha ammesso che, con buona probabilità, non avrebbe accettato il ruolo se avesse visto il film originale prima di ricevere la proposta per il remake, e la ragione pare esser chiara: «Avevo sentito parlare dell'originale, ma non avevo visto il trailer e certamente non avevo visto il film. E ne sono felice, perché non so se avrei accettato il ruolo se l'avessi visto: non voglio paragonarmi a quello che hanno fatto gli altri. Quindi l'ho guardato il giorno dopo aver finito le riprese». Sui motivi che lo avrebbero invece convinto a prendere la parte ha aggiunto: «Mi piaceva molto il fatto che ci fosse questa coppia buona, con un tipo di relazione e di amore così grigio e deprimente, e non qualcosa che augureresti al tuo peggior nemico. Poi c'è questa brutta coppia, che ha il tipo di amore che puoi solo sognare e che vorresti disperatamente avere, che sembra così capace di generare felicità e gioia nelle loro vite. Metterli a tavola e fare una chiacchierata di coppia è stato un modo brillante per creare tensione. Questo è stato ciò che mi ha fatto pensare: potrebbe essere davvero divertente».

Non meno interessante la riflessione di McAvoy sulla doppia natura del suo personaggio, che insieme agli aspetti più oscuri e destabilizzanti trova in se dei caratteri inaspettatamente costruttivi: «È orribile, è un maschio tossico, ma molte delle cose che dice sono vere. E anche se non credi al cento per cento a quello che dice, o non sei d'accordo, i suoi discorsi hanno logica e sono ben argomentati. Credo che troppo spesso si abbia paura di impegnarsi in conversazioni con chi la pensa in modo diverso: siamo troppo gentili e cerchiamo di andare sempre d'accordo. Si dice che non si dovrebbe parlare di religione e politica a tavola, ma allora dove ne dovremmo parlare? È facile controllare la società quando non ci è permesso parlare di nulla».

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