Come dimenticarselo nel ruolo di Massimo Nardi nella famosissima serie “Incantesimo”. Perché Marco Quaglia, 48 anni, attore di teatro, cinema e tv, a quella soap deve tantissimo, e ne conserva un dolce ricordo. Ed è in quei cinque anni, quando tutti i giorni entrava nelle case degli italiani, che si è fatto conoscere al grande pubblico.

Da allora di strada ne ha fatta tantissima, spaziando dai set ai palcoscenici. In questo periodo è il protagonista di una deliziosa pièce ambientata nel periodo natalizio, “SnowFlake”, di Mike Barlett per la regia di Stefano Patti dove recita insieme a Lucrezia Forni e Adalgisa Manfrida.

Un racconto natalizio, un testo commovente che insegna il valore dell’ascolto e l’importanza di saper sempre spendere tempo per le persone che amiamo. Lo spettacolo sarà martedì 13 dicembre alle 20,30 al teatro Tse di Is Mirrionis a Cagliari, a inaugurare il “Terzo occhio”, rassegna multidisciplinare delle nuove creatività organizzata da Cedac Sardegna e poi mercoledì 14 alle 21 al teatro civico di Alghero e giovedì 15  alle 20,30 al Bocheteatro di Nuoro.

Ci spieghi Marco, “Snowflake” è la storia di un conflitto generazionale?

«È la storia di un padre e di una figlia che devono imparare un nuovo modo di comunicare. È proprio generazionale il diverso modo di essere e di pensare che la mia generazione ha nei confronti dei ragazzi più giovani».

Si è riconosciuto in questa storia?

«Più che altro ho riconosciuto molto il rapporto tra mio padre e mia sorella. Io sono stato quello meno problematico».

Quanto è difficile oggi ascoltarsi?

«Questo è il gesto rivoluzionario che si fa in questo spettacolo. Ascoltarsi è la cosa più rivoluzionaria che esista, è un’esperienza che bisogna fare. Quando per la prima volta ho letto il testo mi sono detto “ma di cosa parla?”. Ecco, parla di ascolto».

Andy, il suo personaggio, le somiglia?

«Io sono molto diverso da lui, sono cresciuto in modo più consapevole, ma credo che il compito di un attore sia non giudicare mai ma comprendere. Andy è un uomo semplice cresciuto negli anni Ottanta, quando ancora non si parlava dei temi di oggi. Sento molta tenerezza per lui che ci prova, ci prova però le sbaglia tutte».

Di “Incantesimo” che ricordo ha ?

«Quel ruolo è stato molto importante. Per cinque anni sono stato sul set continuamente, ho imparato come ci si comporta su un set. Sono stato molto fortunato, poi ho capito che dovevo crescere di più come attore».

A teatro di trova più a suo agio?

«Diciamo che forse mi è più caro ma poi dipende dal progetto, spesso si fanno cose troppo in fretta».

Per il futuro che progetti ha ?

«Andiamo avanti ancora con Snowflake fino a febbraio poi vedremo. Intanto non vedo l’ora di venire a Cagliari che conosco bene. Sono stato a Chia che credo sia la spiaggia più bella che abbia mai visto e poi ricordo le serate a mangiare crudo in un ristorantino delizioso».

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