Lunga ma piena di emozioni la terza serata del Festival di Sanremo, quella più amata, quella dedicata alle cover.

Si è aperta con il botto con l'omaggio dei Negramaro a Lucio Dalla - nel giorno in cui avrebbe compiuto 78 anni - con 4/3/1943, a 50 anni esatti dalla presentazione del brano a Sanremo. Poi la lunga sequenza di esibizioni, sottoposta al voto degli orchestrali e segnata da qualche problema tecnico come per Fasma e Nesli costretti a un cambio di microfono mentre cantano "La fine" dello stesso Nesli.

Ancora "in smart working", per citare Amadeus, Irama, in gara con il video della prova di "Cyrano" di Guccini, con la voce del cantautore ad accompagnare l'intro. Convincente la performance dei Maneskin che si cimentano con i CCCP in "Amandoti", con Manuel Agnelli. Samuele Bersani torna all'Ariston per accompagnare Willie Peyote nella sua intensa "Giudizi universali". Orietta Berti presta la voce a "Io che amo solo te" con Le Deva. Donatella Rettore accompagna La Rappresentante di Lista in "Splendido splendente" ed emozionano Arisa e Michele Bravi con "Quando" di Pino Daniele.

Amadeus con Vittoria Ceretti (Ansa)
Amadeus con Vittoria Ceretti (Ansa)
Amadeus con Vittoria Ceretti (Ansa)

LA SERATA - La prima donna della terza serata è Vittoria Ceretti, super top model made in Italy che arriva direttamente dalle passerelle di Parigi. Antonella Ferrari, testimonial dell'Associazione italiana sclerosi multipla, manda uno dei messaggi più potenti della serata, l'importanza e il coraggio di restare attrice nonostante la malattia, "camminando luminosa anche quando sarà buio".

Achille Lauro ed Emma Marrone (Ansa)
Achille Lauro ed Emma Marrone (Ansa)
Achille Lauro ed Emma Marrone (Ansa)

"Facciamo un gran tifo per il teatro", chiosa Amadeus nella serata che aspetta sul palco anche Monica Guerritore, ospite con Emma del nuovo quadro di Achille Lauro. Entra in scena solo intorno alle 23 Zlatan Ibrahimovic, bloccato in autostrada e arrivato a Sanremo in moto con l'autostop per salvare il "suo" festival. Sul palco anche Sinisa Mihajlovic: i due raccontano il loro rapporto, dalla testata del 2005 - Sinisa era nell'Inter, Ibra nella Juve - all'amicizia nata nella stagione giocata insieme all'Inter. Finisce in musica, con "Io vagabondo" dei Nomadi con Amadeus e Fiorello. Poi Ibra palleggia con Donato Grande, atleta di powerchair football, il calcio in carrozzina.

Fiorello, Mihajlovic e Ibra (Ansa)
Fiorello, Mihajlovic e Ibra (Ansa)
Fiorello, Mihajlovic e Ibra (Ansa)

Non manca l'ironia di Fiorello sulle dimissioni di Zingaretti dalla segreteria Pd: "Sono affranto. Mi ero limitato a fare due battutine su Zingaretti... E tu Nicola che fai? Ti dimetti? Si può essere così suscettibili per due battutine? Ha detto 'mi dimetto, mi vergogno, qui si parla solo di poltrone'. Ma che altro posso fare io?", dice lo showman, che azzarda una previsione ("O si candida a sindaco di Roma o va a fare l'opinionista dalla D'Urso") e poi, pur di non assomigliare a D'Alema, si fa tagliare i baffetti da Amadeus ("Così sono di nuovo George Clooney") salvo poi restare con la bocca completamente arrossata per tutta la sera.

(Unioneonline/D)
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