Con ben sette statuette la notte degli Oscar 2023 è andata a “Everything Everywhere All at Once”. Miglior film, miglior attrice (Michelle Yeoh), migliori registi e migliore sceneggiatura originale (Daniel Kwan e Daniel Schenert), e poi miglior editing, miglior attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis) e miglior attore non protagonista (Ke Huy Quan). 

Il film dei Daniels, arrivato alla vigilia degli Academy Awards con undici nomination, ha fatto da asso pigliatutto in una serata senza particolari incidenti e all'insegna della commozione.

Un vero e proprio trionfo per gli attori asiatici: mai nella storia dell'Academy due di loro avevano vinto nello stesso anno. L'unico potenziale rivale era il tedesco “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, apprezzato da giurati più anziani: il film pacifista di Edward Berger tratto dal romanzo di Eric Maria Remarque ha ottenuto quattro premi (cinematografia, miglior film internazionale, set e colonna sonora), ma ha perso per l'adattamento cinematografico contro Sarah Polley del potente film femminista "Women talking – Il diritto di scegliere”.

L’Oscar come miglior attore è andato invece a Brendan Fraser per la sua interpretazione nel film “The Whale”.

L'Academy anche quest'anno aveva negato al presidente ucraino Volodymir Zelensky di inviare qualche parola da Kiev. Ma il messaggio politico è arrivato quando “Navalny”, il film di Daniel Roher sul tentativo del Cremlino di avvelenamento di Alexei Navalny, l'arcirivale di Vladimir Putin, ha conquistato una statuetta per il miglior documentario: «Mio marito è in prigione per aver difeso la democrazia. Sogno il giorno in cui sarai libero e sarà libero il nostro paese. Stai forte, ti amo», ha detto sul palco la moglie del dissidente.

Due premi sono andati a film che hanno riportato gli spettatori al cinema: "Avatar: la via dell’acqua” ha vinto per gli effetti speciali, “Top Gun: Maverick” per il sonoro. “Pinocchio” di Guillermo del Toro ha vinto l’Oscar per il film di animazione. L’Oscar per la miglior canzone è andato a “Naatu Naatu” del film indiano “RRR”, a bocca asciuta star internazionali come Rihanna e Lady Gaga.

Delusione per l'Italia: “Le Pupille” di Alice Rohrwacher è stato battuto da “An Irish Goodbye”, e così anche Aldo Signoretti, candidato per le acconciature di Elvis.

EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE

Il film che ha sbancato, vincendo 7 Oscar su 11 candidature, è prodotto dai fratelli Russo e diretto da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, noti collettivamente come i visionari Daniels.

Avventura, azione, fantascienza, dramma familiare con tematiche Lgbt, comedy e romance tutto insieme e con lo sfondo di grandissima attrazione del metaverso. Protagonista è una donna cinese americana (Michelle Yeoh) provata dalla crisi economica con la sua lavanderia al punto da non riuscire a pagare le tasse, pressata da una ispettrice implacabile (una irresistibile Jamie Lee Curtis) e che invece diventa suo malgrado una “wonderwoman”, con molteplici versioni di se stessa dalla star del cinema a una chef giapponese.

Il film fa commuovere ed empatizzare con Michelle e la sua famiglia, il marito (Ke Huy Quan) e la figlia gay in cerca di riconoscimento (Stephanie Hsu). Si entra al cinema pensando ad un film leggero, divertente, e si esce con le lacrime agli occhi. Spiazzante.

(Unioneonline/L)

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