Un orso “strafatto” di cocaina che semina il terrore tra la popolazione, lasciandosi dietro vittime e feriti. 

È l’assurda trama di un film firmato dall’attrice e regista Elizabeth Banks, in uscita in Italia il prossimo aprile, ma che negli Usa è già diventato un caso, al punto che per molti la pellicola è destinata a trasformarsi in un piccolo cult del genere horror-catastrofico-demenziale, al pari di “Sharknado”, dove a mietere morte e devastazione erano invece squali risucchiati da un tornado.

Quel che in molti non sanno è che l’idea alla base del film arriva da una storia vera: quella di un orso nero ritrovato senza vita nel dicembre del 1985, nello Stato Usa della Georgia

La carcassa venne sottoposta ad autopsia e dall’esame risultò che il sangue e lo stomaco dell’animale erano pieni zeppi di cocaina. 

Scattarono quindi indagini e si arrivò alla conclusione che l’orso avesse  ingerito parte di un carico di droga precipitato tempo prima dall’aereo pilotato dal narcotrafficante Andrew Thornton che, per sfuggire alla polizia, si liberò del carico illegale, per poi lanciarsi con un paracadute.

Il corpo senza vita di Thornton venne ritrovato in Tennessee, quello dell’orso – soprannominato poi Pablo Escobear – venne imbalsamato e oggi si trova esposto a Lexington in Kentucky.

La storia, come detto, ha ispirato il film della Banks ma, rispetto alla realtà, c’è una sostanziale differenza: l’orso della Georgia che ha dato l’idea per la trama non ha mai ucciso nessuno sotto gli effetti di sostanze stupefacenti.

(Unioneonline/l.f.)

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