La voce di Maurizio Di Cesare è velata come quel Notturno di Chopin che ha imparato a suonare al piano quando frequentava il Conservatorio di Cagliari. Per poi capire, ancora ragazzino, che non dalle dita, ma dal profondo, proveniva la sua passione. Così ha lasciato i tasti e ha cominciato a cantare. Ma a cantare così bene da arrivare a al cuore di un irriverente ma sensibile J-Ax che a "The Voice" si innamorò all'istante di quel timbro di primavera.

E oggi questo venticinquenne cagliaritano ha conquistato anche la finale del Festival Show 2017. Che altro non è che una versione contemporanea di "Festivalbar". "Merito di mia madre", racconta. E sorride. "La mattina, in cucina, mentre preparava la colazione per me e per i miei fratelli, cantava Mina". Il padre, invece, suonava la batteria. "Sa come si dice?, avere ritmo nelle vene, ecco, io devo tutto a lui". Ed è anche per questo che passa la paura, perché quando si canta davanti a cinquemila persone, così come è avvenuto in questa selezione, "sono avvolto dall'infanzia che mi hanno regalato, e mi sento protetto, la mia voce emerge libera, e li sento con me".

E poi e poi e poi, per dirlo alla Mina, arriva lui. Valerio Scanu, che ha vinto anche un Sanremo, e che è sardo come Maurizio Di Cesare. "Non solo ha avuto fiducia in me, ma mi ha insegnato a cantare con il cuore. A non mettere filtri al sentimento che arrivava con la canzone. E allora, quando sono sul palco, guardo le persone che sono lì per me, una per una. E mi rendo conto che diventiamo tutti una cosa sola. Ed è un momento magico. Commovente".

La canzone con la quale Di Cesare è entrato tra questi primi dieci finalisti è scritta proprio insieme al maddalenino. Che ha fondato una casa discografica, la Natyloveyou, e subito l'ha preso con sé perché ha visto in lui la possibilità di rivedere il suo successo in un altro. "Apprezzò il mio coraggio quando gli chiesi se potessi aprire i suoi concerti. Mi disse subito sì. Da allora ho l'onore di far parte della sua casa discografica, di ascoltare i suoi consigli, ma soprattutto di aver scritto insieme a lui una canzone. La stessa canzone che questa estate porterò nelle tappe di "Festival Show"".

"Quello che non c'è" è nata a Roma in poco tempo. Così spontanea, così sulle corde di entrambi, da essere stata accolta tra gli applausi dei cinquemila spettatori della serata del Festival che hanno sostenuto Cesare perché fosse selezionato tra i dieci finalisti che questa estate viaggeranno prima della finale di settembre. Che eventualmente si farebbe all'Arena di Verona, luogo incantevole ed emozionante, soprattutto per un cantante, visto i trascorsi di "Festivalbar". "Sarebbe proprio un sogno. Ma questa estate sono già dentro tutti i sogni miei. Perché potrò cantare. E so, sento, che è questo ciò che devo fare. Solo questo, cantare".

Virginia Saba
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