“Maria”, con la sua Callas Angelina Jolie dà un significato diverso alla parola “diva”
Ovazione di otto minuti per l’anteprima mondiale del biopic sulla vita di Maria CallasTra le immagini che ricorderemo di quest’ultima esperienza alla Mostra di Venezia c’è senza dubbio il momento di profonda commozione che Angelina Jolie ha provato dopo l’ovazione di otto minuti per l’anteprima mondiale di “Maria”. Nel film diretto da Pablo Larraín, l’attrice veste i panni del soprano drammatico Maria Callas, con un risultato che va subito a collocarsi in cima tra le migliori interpretazioni della sua carriera.
Dopo la prima tenutasi al Teatro Sala Grande lo scorso sabato, la star premiata agli Oscar già nel 2000 per “Ragazze interrotte” è scoppiata a piangere in mezzo allo scroscio degli applausi, e l’alto gradimento della sua performance da parte della critica specializzata sembra già suggerire una lunga serie di candidature alla prossima stagione dei più importanti riconoscimenti internazionali. Il biopic tenta di ricostruire il passato tumultuoso della cantante e diva del palcoscenico, ricordando in particolare gli ultimi giorni trascorsi a Parigi negli anni settanta poco prima del decesso.
Il progetto va a chiudere la trilogia delle biografie di Larrain sulle “donne iconiche”, dopo il “Jackie” del 2016 con Natalie Portman e lo “Spencer” del 2021 con Kristen Stewart. Recentemente acquistata da Netflix, la pellicola sta ricevendo dei giudizi mediamente positivi da parte della stampa internazionale, che pur discordando su alcune scelte di regia concorda nel premiare l’eccellente interpretazione della Jolie, costata sette mesi di lavoro focalizzati sulla preparazione fisica e sull’allenamento vocale.
Nel corso della conferenza stampa tenutasi a Venezia, parlando dell’esperienza vissuta durante le riprese, Jolie ha precisato che attraverso il personaggio ha cercato innanzitutto di trovare un nuovo significato alla parola “diva”: «La parola ha molte connotazioni negative... Ma penso che lei fosse una delle persone che hanno lavorato più duramente e non ha mai fatto del male a nessuno». Sul suo profilo, il regista ha ammesso di esser sempre stato un grande fan della cantante, e ha voluto impegnarsi per far emergere il lato della Callas più generoso e altruista: «Maria aveva la voce più grandiosa di sempre e ha avuto una vita davvero meravigliosa e difficile. È stata un donna che ha trascorso la sua vita nel cantare per gli altri, occupandosi degli altri, preoccupandosi delle sue relazioni».
Riflettendo su cosa accomuni Jolie alla Callas, la star ha risposto nel seguente modo: «Penso che il modo in cui mi sono avvicinata a lei fosse probabilmente tramite il suo lato che era estremamente morbido... E non aveva lo spazio in quel mondo per esserlo, per essere emotivamente aperta come era realmente... Condivido con lei più di ogni altra cosa la sua vulnerabilità».
Ad aver messo a dura prova l’attrice è stato soprattutto l’allenamento vocale necessario per il ruolo, che oltre agli aspetti tecnici ha comportato inevitabilmente un confronto diretto col personaggio e il timore di non riuscire a reggerne il peso, oltre alle aspettative dei fan. Come raccontato dal director in un’intervista concessa a Vanity Fair, scopriamo che Jolie: «Ha lavorato sulla postura. Ha studiato la respirazione. Ha sviluppato un accento che si addice a una donna che appartiene a un mondo di quel calibro. Poi ha preso lezioni di canto».
Sui suoi trascorsi col mondo della musica, l’attrice ha inoltre svelato qualche interessante curiosità: «Ora deluderò i fan, ma non sono esperta di opera e non ero fan di Maria Callas. Io sono più punk, sono fan dei Clash, anche se amo tutta la musica. Ammetto però che invecchiando mi sono addolcita. Ma sono convinta che a un tale livello di disperazione corrisponda un solo suono, ed è l'opera. Solo la lirica è in grado di trasmettere quel tipo di sentimento». E su i primi approcci col canto durante le fasi di lavoro, ha aggiunto: «Ero spaventata, Pablo è fantastico, ma è anche molto esigente. La prima volta che ho cantato ero talmente nervosa che mi sono chiusa a chiave dentro una stanza. Non volevo che nessuno mi sentisse, tremavo».