Dopo l’ottimo riscontro dei primi due episodi, la serie televisiva “M. il figlio del secolo” - ora disponibile su Sky e NOW tv - conferma l’esito trionfante della precedente anteprima alla Mostra di Venezia e i riscontri positivi della stampa specializzata; per prepararsi più agguerrita che mai a rivaleggiare coi migliori contendenti di quest’anno. Tratta dal romanzo omonimo di Antonio Scurati, che ha preso parte in prima linea all’adattamento degli episodi insieme a Stefano Bises e Davide Serino, lo show vede come protagonista nei panni di Benito Mussolini l’eccezionale Luca Marinelli, ormai riconosciuto unanimemente tra gli attori italiani più talentosi della sua generazione.

Alla regia troviamo invece Joe Wright, cineasta britannico conosciuto per titoli come “Orgoglio e Pregiudizio”, “Espiazione” e il biopic premiato agli Oscar “L’ora più buia”. Affrontando uno spaccato di storia nazionale ancora vivo nel ricordo, la serie parte dalla fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento nel 1919 per arrivare al discorso in parlamento di Mussolini nel 1925 dopo l’assassinio del deputato Giacomo Matteotti. In questa fase, il politico italiano favorirà la sua ascesa incontrando le personalità più influenti dell’epoca, da Gabriele D’Annunzio a Filippo Tommaso Marinetti; nel mentre si faranno strada le relazioni amorose con la moglie Rachele e l’amante Margherita Sarfatti.

Fra i tanti interpreti di livello che hanno affiancato Marinelli in questa esperienza troviamo anche Francesco Russo, Barbara Chichiarelli, Benedetta Cimatti, Federico Majorana e Lorenzo Zurzolo. La volontà di affrontare una figura scomoda come quella di Mussolini, nasce dalla curiosità di Wright nei confronti dei personaggi storici che hanno fatto presa tra le masse perpetrando un’ideologia autoritaria in nome degli interessi privati. In una precedente intervista per Vulture, il regista ha bacchettato Hollywood sulla continua scelta di non schierarsi nel prendere una direzione politica: «Penso che Hollywood sia diventata incredibilmente apolitica. Credo sia importante prendere il controllo della narrazione, e noi narratori abbiamo la responsabilità di farlo. Non sto suggerendo che un'opera televisiva possa necessariamente cambiare il mondo ma possiamo fare la nostra parte. Perché in Italia e nel mondo è stata diffusa una falsa narrazione per 75 anni».

Ma la sfida più grande messa in atto per realizzare lo show è stata senza dubbio quella compiuta da Luca Marinelli: da sempre un antifascista convinto, l’attore ha faticato non poco per entrare nel personaggio senza incappare nei giudizi o nel pericolo di un’eccessiva immedesimazione. In concomitanza con l’uscita delle prime puntate sulle piattaforme digitali, ha raccontato alla stampa il lungo processo di trasformazione fisica ed emotiva; su come sia riuscito, ad esempio, ad affrontare la parte istintiva del personaggio, ha rivelato: «Credo sia venuto fuori dal fatto di aver osservato delle testimonianze video più spontanee. Le poche che ci sono: perché la maggioranza sono molto controllate da lui, da cui viene fuori un aspetto trionfale. Non c'è niente di privato. E poi sicuramente mi hanno aiutato tanto i testi che ho letto, tante cose che sono state scritte su di lui. Soprattutto una in particolare, di Ranuccio Bianchi Bandinelli, che è stato un archeologo forzatamente obbligato a essere la guida di Mussolini e Hitler durante la visita di Hitler in Italia. E lì lui fa una descrizione molto accurata, fuori dai denti, di questa persona. Da lì ho carpito un po' di cose e ho tentato di riportarle».

E contro una visione distorta dell’arte fomentata dalla dittatura, ha dichiarato: «Fa impressione accostare l'arte al suo pensiero. Perché l'arte è qualcosa di molto positivo e che sicuramente aiuta il genere umano. Mentre quello a cui si riferisce lui è nella direzione completamente opposta: verso il baratro dell'umanità. Però se prendiamo semplicemente l'arte, togliendola dalla definizione che lui dà, sicuramente credo che l'arte sia un grande mezzo, che può aiutare tutti quanti nel condividere e nell'esprimersi».

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