Prendendo spunto dalle vignette dei personaggi creati dal fumettista Charles Addams, nasce negli anni ’60 “The Addams Family”, la serie televisiva in bianco e nero andata in onda prima sul network televisivo americano ABC e a seguire anche in Italia.
Ed è proprio a questa che si ispira la Compagnia della Corona scegliendo di mettere in scena, per gli amanti del black humour, una divertentissima musical comedy nata dalla penna e dall’estro degli autori Marshall Brickman, Rick Elice ed Andrew Lippa e che ha visto il debutto nel 2010 a Broadway con Bebe Neuwirth e Nathan Lane nei panni dei bizzarri coniugi Morticia e Gomez Addams.

La rivisitazione italiana, con la regia di Salvatore Sito, reduce da un trionfale Don Pasquale al Teatro Coccia di Novara, sarà in scena in prima regionale assoluta domani, domenica 22 febbraio, al Teatro Doglio con un doppio spettacolo, il matinée alle 11 e una recita pomeridiana alle 16.

La trama è arci nota e racconta l'incontro della Famiglia Addams con un'altra assolutamente normale, i Beineke, in vista del fidanzamento di Mercoledì Addams che, una volta cresciuta, si innamora di Lucas.  

L’idea di sposarsi la preoccupa non poco: che reazione avrà sua madre alla notizia? 

Meglio confidare tutto a suo padre assicurandosi che mantenga il segreto.

Un invito a cena in casa Addams e il tradizionale “Gioco” porterà le due famiglie a conoscersi meglio, ritrovandosi a confessare segreti indicibili in una convulsa serata piena di equivoci e scomode verità che cambierà le vite di tutti.

Il cast è ricchissimo e annovera tra i protagonisti Andrea Rodi (Gomez Addams), Barbara Corradini (Morticia), Antea Galli (Mercoledì), Pasquale Gramegna (Pugsley) Guido Turchi (lo zio Fester), Barbara Bertoni (nonna Addams), Luca Gallo (Lurch), Luca Mazzamurro (Mal Beineke), Erika del Re (Alice Beineke) e Mattia Baldacci (Lucas Beineke).

Durante una pausa tra le prove dell’imponente spettacolo, abbiamo rivolto alcune domande a Salvatore Sito.

Perché la scelta di riproporre in un musical proprio la Famiglia Addams?

«Volevo mettere in scena uno spettacolo che ci permettesse di raccontare quanto sia difficile e al tempo stesso importante sentirsi parte di una famiglia. Che permettesse di farlo in modo simpatico, scanzonato, ma pure affascinante. La Famiglia Addams è tutto questo. Pur trattandosi di una commedia brillante aiuta a riflettere sull'importanza di andare oltre i pregiudizi per essere in grado di accogliere la diversità. Ci spiega che ciò che è "normale" dipende dai punti di vista e che l'amore è un sentimento universale, ci si può innamorare persino della luna. Tutti argomenti molto attuali. Trattati in modo da poter essere apprezzati da chiunque, senza limiti di età».  

Nel corso della vostra tournée italiana come ha reagito il pubblico?

«Ricordo un fragoroso applauso, la sera del debutto, ad appena pochi secondi dall'inizio dell'opera. Era semplicemente apparsa "La Famiglia", e il pubblico ci ha voluto manifestare immediatamente il suo entusiasmo. Questo mi ha fatto capire che avevamo costruito un'efficace linea estetica, ma anche che quei personaggi così iconici, così caratterizzati sono ancora oggi, a distanza di oltre ottant'anni dalle prime apparizioni, molto amati. In generale ho notato che il pubblico si diverte molto, senza accusare momenti di flessione».

Cosa ritroveranno nel vostro spettacolo gli appassionati della serie televisiva americana di questa strampalata famiglia?

«L'intero allestimento è ispirato alla serie televisiva degli anni '60. Abbiamo quindi scelto di caratterizzare costumi, arredi e acconciature utilizzando lo stile e l'estetica di quell'epoca, ma non solo. Abbiamo tolto il colore, fatta eccezione per i rari momenti in cui questo assume una specifica funzione drammaturgica, immaginando il nostro pubblico come una grande famiglia, seduta di fronte ad un televisore degli anni '60, rigorosamente in bianco e nero. A tal proposito desidero fare un grande plauso al team creativo che mi ha coadiuvato nella realizzazione di questo immaginario: Davide Amadei (scene), Silvia Lumes (costumi), Enea Bucchi (make-up), Simone Montella (video-design), Silvia Raschi (coreografia), Rosa Sito (direzione musicale), Nicola Pacetta (audio-design)».

Tanta fatica per montare la produzione, ma quanto vi siete divertiti durante i mesi di allestimento prima del debutto del 2020?

«Moltissimo, perché lo spettacolo è davvero divertente, ma anche perché si è venuto a creare un gruppo di lavoro estremamente solido e unito, una vera e propria famiglia».

Che progetti ha la Compagnia della Corona per il futuro?

Siamo molto felici innanzitutto di debuttare in Sardegna presso il Teatro Doglio, un luogo affascinante che desidero ringraziare per la splendida accoglienza che ci ha riservato. La Compagnia è al lavoro affinché “La Famiglia Addams” possa approdare nei teatri di tutta Italia e ha già messo in cantiere nuovi progetti per la prossima stagione teatrale che verranno svelati a tempo debito».

L.P.

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