Un format e un allestimento "adattabile alle location più disparate, sia al chiuso sia all'aperto" ha spiegato il regista Gianni Marras nel parlare della sua "Carmen" adattata ai tempi del Covid-19.

Il regista sassarese ha puntato su una versione ridotta dell'opera di Bizet, ispirata al lavoro di Peter Brook. L'ha arricchita con idee originali, come quella di portare gli attori sul proscenio e "togliere" dalla buca l'orchestra, ben diretta da Jacopo Brusa, per sistemarla a vista, su un ponte sopraelevato.

E tutto funziona a meraviglia. Il nucleo della storia resta, anzi, senza le scene corali è persino accentuato: passione, sangue e arena al Comunale di Sassari. Un allestimento riuscito anche nelle coreografie, costumi e luci, valorizzato efficacemente dal cast, dove Carmen e Don Jose sono interpretati con energia e trasporto dal mezzosoprano Veronica Simeoni e il tenore Roberto Aronica, compagni nella vita. Un'opera quindi agile, di 80 minuti, intensa ed esportabile dovunque. Per questo la storica trasmissione della Rai "Prima della prima" ne ha seguito prove e backstage.

Un'intera puntata sarà dedicata proprio allo spettacolo proposto al Comunale di Sassari nell'ambito della stagione organizzata dall'ente Marialisa de Carolis. La Carmen sassarese ha tracciato una nuova via per la lirica in tempi di restrizioni che penalizzano i teatri e rendono impossibile utilizzare i cori sul palco.

Del resto il sassarese Gianni Marras ha una visione totale dello spettacolo: ha curato anche la regia di diversi musical e Lucio Dalla lo volle come assistente quando mise in scena l'opera "Arlecchino" di Busoni e il balletto con canto "Pulcinella" di Stravinskij.
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