Inizia lo spettacolo di Jacopo Cullin: luci, sigla, applausi ed è la quinta volta in quindici giorni che succede a Cagliari.

L’auditorium del Conservatorio è pieno come un uovo. Stasera c’è la sesta e ultima replica, dopo quelle di Sassari e Nuoro ugualmente sold out. Ma ne arriveranno presto altre visto che le richieste, ogni giorno, aumentano.

A occhio e croce, come ai tempi gloriosi dell’Anfiteatro Romano che Cullin ha sempre riempito, in sei giorni saranno 5000 gli spettatori che avranno affollato la sala, in piena sicurezza, ovviamente, con mascherine FFP2 e green pass rafforzato, per assistere ad una produzione tutta sarda: quindi non per una rockstar di oltre Tirreno o made in Usa, ma per un attore cagliaritano tanto bravo quanto apprezzato anche nel circuito nazionale. È stato, infatti, uno dei protagonisti nella serie tv “Le indagini di Lolita Lobosco” andata in onda in prima serata su Rai1, oltre a vantare un curriculum di tutto rispetto che lo incorona come uno degli attori sardi di maggiore successo in Italia.

Inizia Salvatore Pilloni affetto dalla piaga del “murigo” e con la sua overdose da social, amorevolmente curato dallo psicologo di famiglia, un eccellente Gabriele Cossu, amico di Cullin da sempre e coprotagonista perfetto con quel grado di complicità che rende tutto ancora più gustoso.

Le due spiaggiole del secondo atto sono per Signor Tonino alle prese col figlio Roberto e con un triste e sconsolato Gabriele Cossu nei panni del marito fedifrago e pentito.

La chiusura è tutta per Angioletto Biddi 'e Proccu, dalla panca della sua chiesa, martoriato dai dilemmi del Covid e dei vaccini ma sempre pronto a sfoderare le storie bibliche rivedute e corrette ad un Gabriele Cossu a suo agio nel ruolo di marito tormentato, che proprio non riesce a trattenere le risate trascinando lo stesso Angioletto: vinto dalle sue stesse battute, Biddi ‘e Proccu improvvisa una difesa che forse è ancora più comica del copione originale. Interviene la musica, eseguita da Matteo Gallus, accompagnato da Riccardo Sanna alla fisarmonica e Andrea Lai al contrabbasso, e l’ultimo atto termina nel trionfo generale.

L.P.

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