Manca solo una manciata di giorni prima di assistere a quello che, senza alcun dubbio, è uno dei titoli più interessanti e discussi di questa stagione cinematografica. Presentato in anteprima a Venezia, dove ha ricevuto una risposta di pubblico a dir poco entusiastica, il “Frankenstein” di Guillermo Del Toro rappresenta la trasposizione su pellicola di un sogno che il pluripremiato regista ha coltivato per anni, prima di conferirgli una forma definitiva.

Accogliendo stelle del cinema come Oscar Isaac, Christoph Waltz e l’attore rivelazione Jacob Elordi, il titolo si prepara a debuttare nelle sale il prossimo 22 ottobre e a uscire su Netflix a partire dal 7 novembre. Nel frattempo, si fanno sempre più insistenti le voci che lo vedono tra i possibili candidati alla prossima edizione degli Oscar.

Nato come libero adattamento del capolavoro letterario “Frankenstein” di Mary Shelley, il film punta a mettere in evidenza il tocco personale del cineasta, sia nell’estetica gotica e fiabesca che l’ha reso riconoscibile negli anni, sia nel modo in cui vengono affrontate le tematiche principali, inquadrando la Creatura da un punto di vista umano e introspettivo, e facendo leva sul senso di inaccettazione nei confronti del diverso.

In linea con il romanzo, torna al centro la figura di Viktor Frankenstein, un visionario scienziato ossessionato dal desiderio di sconfiggere, con le sue ricerche, la morte e l’inesorabilità del tempo. Ciò lo porterà a compiere un esperimento estremo, dando vita a una creatura senziente costituita da pezzi di cadaveri. La riuscita dell’impresa lo condurrà tuttavia a rendersi conto di aver computo un atto immorale, spingendolo a ripudiare la sua creazione. Sola e senza nessuno a cui aggrapparsi, la Creatura - dotata di una propria coscienza - porterà con sé la tragicità di chi vive senza poter essere accettato, divisa tra la curiosità verso il mondo e il dolore provocato dal disgusto che suscita negli altri.

Oltre a Isaac nei panni del dottor Frankenstein e a Elordi in quelli della Creatura, assume un ruolo centrale Elizabeth Lavenza, interpretata da Mia Goth. Durante la première del film, il cast, ospitato per l’occasione, ha avuto modo di condividere con la stampa le esperienze vissute sul set, rivelando cosa sia rimasto maggiormente impreso del lavoro svolto.

A tal proposito, la Goth ha raccontato l’incredibile opportunità di far parte del progetto: “Non sono mai stata così spaventata nell'avvicinarmi alle riprese di un film. Davvero, non è mai successo. Per me era molto da affrontare, e stavo sempre pensandoci. Continuavo a dire a me stessa: Guillermo del Toro sta realizzando Frankenstein, il film che hai sempre voluto facesse, e ne farai parte. Ed ero così spaventata all'idea di essere l'unica cosa negativa del film, e pensavo che stessi rischiando di rovinare il film”. Per gestire il carico di stress, un atteggiamento mentale equilibrato si è rivelato fondamentale: “Ho deciso di vivere quel momento in cui apri gli occhi, hai quella calma e solo un po' più di saggezza. Quella era la situazione in cui si trovava Elizabeth”.

Molto diverso il responso di Oscar Isaac, che fin dai primi istanti ha potuto contare sulle rassicurazioni di Del Toro: “Mi ha detto quasi subito: 'Non puoi fallire. Ho creato questo personaggio pensando proprio a te. Si è avvicinato al film nello stesso modo in cui Mary Shelley si è avvicinata alla scrittura di Frankenstein, ovvero rendendolo un'espressione completamente personale di cosa era stata la loro esperienza, ed è quello che anche lui ci ha chiesto di fare. Se lo facevamo in modo onesto e appassionato, era impossibile fallire e non c'erano obblighi”.

Non meno interessanti le rivelazioni di Jacob Elordi, che per entrare pienamente nel ruolo ha dovuto sottoporsi a dieci ore di trucco quotidiano. Intervistato da Deadline, ha sottolineato l’importanza di questa fase del processo: “Ci sono volute 10 ore per abbandonarmi e diventare questa cosa che è qualcosa di diverso, il che è stato un grande sollievo e liberatorio, davvero”.

A supervisionare la sezione trucco è stato ancora una volta Mike Hill, già collaboratore di Del Toro in “La Forma dell’Acqua”. Sulle scelte estetiche adottate per il personaggio, ha affermato: “La Creatura è così legata alla realtà. Devi rendere la Creatura reale. Se lo si rende troppo fantastico, allora esce dal film. Quindi, il suo lato fantastico è che sappiamo che è stato messo insieme dalla morte e riportato in vita. Sappiamo che è stato cucito in alcune aree e messo insieme, quello parla da sé. Quindi non hai bisogno di qualsiasi sfarzo, glamour o CGI per aiutare. Deve rimanere con i piedi per terra”.

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