Francesco Demuro, 41 anni di Porto Torres, da bambino se ne stava sull'uscio del bar di famiglia a cantare. I passanti si fermavano estasiati, catturati dalle note di questo piccolo usignolo dalla voce così potente.

Nessuno di loro avrebbe però immaginato che il piccolo Francesco sarebbe diventato uno dei più grandi tenori del mondo.

L'erede di Pavarotti infatti è sardo, di Porto Torres, a Doha lo scorso 2 aprile gli è stato conferito l'Oscar della lirica.

Francesco Demuro si sta godendo le meritate vacanze (con famiglia e amici) nella sua città, che lo considera il suo figlio prediletto.

Ci voleva un po' di riposo per ricaricare le pile...

"Sì in questo momento ci voleva, ho bisogno di recuperare energia in vista della stagione lirica. Più si sta in alto e più si ha bisogno di questi momenti".

Ha iniziato con la musica sarda, poi il salto nella lirica. Ha trovato diffidenza nell'ambiente per questo?

"Assolutamente no, anzi il canto sardo, non molto conosciuto all'estero, piace parecchio e affascina chi lo ascolta per la prima volta".

È considerato l'erede di Pavarotti. Non la spaventa questa responsabilità?

"Pavarotti è Pavarotti, inimitabile. Ha scritto un'epoca, come Domingo o Gigli. Io modestamente cerco di fare il mio percorso e di lasciare un segno nel mondo della lirica. È un impegno che prendo col mio caloroso pubblico. Ce la metterò tutta".

Oltre alle doti, di cosa ha bisogno un cantante lirico per sfondare?

"Di tanta tranquillità, deve evitare assolutamente gli stress. Io per fortuna ho una straordinaria famiglia che mi aiuta in questo".

Ha cantato nei teatri più prestigiosi del mondo. Ha mai avuto timore della "stecca"?

"Non ci penso, guai a pensarlo. E poi se dovesse succedere sarei pronto a ripartire, con più grinta di prima".

Quali sono i prossimi appuntamenti?

"I primi 10 giorni di luglio sarò dagli amici americani a San Francisco, per un concerto e una serie di appuntamenti. Poi ancora vacanza e il 18 agosto inizio la stagione a Parigi, con 'I puritani' di Bellini. Sarà un'annata davvero impegnativa, ma sono pronto".

C'è anche un altro impegno...

"Sì, certo, e lo onorerò volentieri. Il 2 agosto salirò sul palco della piazza di Porto Torres per ricordare un amico turritano scomparso: Roberto Porqueddu. Ci sarà anche qualche strofa in canto sardo. Un regalo che voglio fare alla città e a una persona fantastica che non c'è più".
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