Si conclude la seconda giornata del Filming Italy Sardegna Festival, nella splendida cornice del Forte Village. Una giornata ricca di eventi e occasioni imperdibili di condivisione tra attori e stampa. Masterclass con gli studenti, interviste, un red carpet che ha preceduto la premiazione odierna degna della serata degli Oscar.

Perché di premi Oscar, questa manifestazione ne ha ben due: non solo il mito vivente Christopher Walken, ma anche la deliziosa Laura Dern. Le interviste di oggi si sono concentrate non solo su di lei, alla quale la stampa nazionale ha riservato tutte le attenzioni che merita, ma anche su Dominic West, il principe Carlo di The Crown, Clotilde Courau, Marco Bocci e Pietro Sermonti, Bruno Gouery da Emily in Paris e White Lotus, Martina Stella, Ilaria Spada e Richy Memphis nelle sale in questo periodo con “Il Matrimonio Mostruoso”. Presente in rappresentanza del mondo social anche la splendida Paola Turani. 

Di seguito alcune domande che abbiano posto agli attori che si sono concessi alla stampa oggi.

Al premio Oscar, Laura Dern: nella serie tv “Big Little Lies”, ha il ruolo di Renata, una donna forte e indipendente, dove si racconta l’amicizia al femminile e la violenza domestica, che ha contribuito a parlare di un tema così delicato, cosa pensa che si possa fare ancora per aiutare questa importante tematica?

«Questa fiction ha contenuto tanta bellezza e dolore, ho amato interpretare questa storia corale di amicizia e dolore condiviso. In America ti dicono di nascondere il tuo dolore, magari prendendo una pillola per calmare il tuo stato d’animo. È spesso una questione politica, e bisognerebbe parlarne, perché solo così si può aiutare a risolvere il problema».

A Dominic West, Principe Carlo in The Crown, durante la tavola rotonda con la stampa: cosa ne pensa del fatto che il pubblico, quando guarda The Crown, spesso non capisca che si tratta di una serie tv, quindi romanzata e drammatizzata, e non un documentario sulla Casa Reale inglese?

«Credo che la gente ami così tanto la famiglia reale, che pensa che tutto ciò che vede su di loro sia realmente così. Non differenziano un documentario da un film, perché sono continuamente bombardati da informazioni su di loro, che sentono di poter prendere le parti di ciascuno, come se fossero propri familiari. Anche Shakespeare parlava di famiglia nelle sue opere, perché le tematiche familiari sono molto attraenti».

Infine una battuta con Marco Bocci, recentemente nella sale con il suo secondo film come regista, “La caccia”: come è stato dirigere sua moglie Laura Chiatti e Paolo Pierobon, con cui è stato collega in Squadra Antimafia?

«Lavorare con mia moglie è stato estremante facile, lei è un’attrice straordinaria, si immerge totalmente nel ruolo, ed essendomi stata vicina durante la stesura del progetto, è stato naturale poi integrarla nel processo. Con Paolo Pierobon, essendo un fuoriclasse, lavorare insieme è stata solo una conferma del suo immenso talento, anche se passare dall’essere colleghi in Squadra Antimafia a dirigerlo è stato un lavoro completamente diverso, ma facilitato dal capirsi immediatamente».

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