"Non ho vinto, ma mi sono divertito".

Commenta così Gianni Accardi, uno dei primi concorrenti eliminati dalla sesta edizione di Masterchef, la sua esperienza al reality show culinario condotto da Carlo Cracco, Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Joe Bastianich.

Dopo essere stato costretto a lasciare l'ambito grembiule, Gianni, sorridente e spigliato pensionato milanese, ha deciso di raccontare la sua avventura al giornale locale In Folio.

Riferendo dettagli curiosi su quanto accade dietro le quinte del programma, uno dei più seguiti sul circuito Sky.

Innanzitutto, la selezione: dura, molto più dura di quello che appare in tv.

Dal lunghissimo questionario da compilare online alle ardue preselezioni: "In un albergo milanese insieme ad altri 400 aspiranti cuochi mi sono presentato con un piatto precotto fatto a casa. Uno chef assaggiava e uno mi faceva delle domande, davanti a una videocamera".

Una volta passato il primo "ostacolo", la seconda scrematura, la prima davanti ai quattro giudici, alla Stazione centrale di Milano.

"Lì eravamo in cento - dice Gianni - e per la prima volta a telecamere accese. Un freddo che non ti dico. Io ero sereno, ma ho visto tanti giovani che avevano davvero una paura di fallire assurda".

Passato anche questo scoglio, la terza tappa della selezione, negli studi del programma.

"Abbiamo dovuto portarci le pentole e gli ingredienti da casa, cucinare fuori dallo studio e poi gli ultimi cinque minuti davanti ai giudici, Cracco, Barbieri, Cannavacciuolo e Bastianich".

Qui Accardi ha rischiato di uscire. Poi però i giudici gli hanno proposto una sfida: cucinare un uovo in camicia.

Le telecamere non hanno mostrato cosa è accaduto. Ma ora Gianni può rivelarlo: "I giudici sostenevano che Cracco era il re dell’uovo in camicia e mi hanno sfidato. È venuto perfetto. Cannavacciuolo mi ha consegnato il grembiule nonostante il voto contrario solo di Cracco. Stavo per uscire di corsa quando mi sento chiamare ad alta voce. Mi volto e Bastianich mi lancia un uovo che prendo al volo. Mi guarda, sorride e mi dice: "Qui sono tutti giovani rispetto a te, volevo testare i tuoi riflessi". Mi ha divertito un sacco".

Una volta dentro, però, l'avventura è stata breve.

Ma andare avanti e arrivare in fondo non è per tutti. Se in tv sembra faticoso, nella realtà lo è ancora di più. Tanto che Gianni ammette: "Una volta dentro, ho pensato anche di fermarmi. I tempi televisivi non danno l’idea. C’è toccato stare in piedi ad attendere quasi cinque ore. Avevo la schiena a pezzi".

E così nella puntata successiva, quella che ha sancito la sua eliminazione: "Hanno iniziato ad assaggiare le portate e io ero tra gli ultimi. Il mio turno è arrivato quasi novanta minuti dopo. A quel punto cosa volevi che facessi? Ho iniziato a mangiare il mio piatto, lasciandone giusto un assaggio per i giudici. Tuttavia non è bastato. Forse non era presentato come volevano. È toccato a Barbieri dirmi che ero eliminato, ma ti assicuro che non ero deluso, anzi, mi sono divertito davvero molto. Non so se avrei retto tutte quelle pause che sono previste".

Tutto sommato, però, Accardi è soddisfatto: "Le persone che lavorano al programma sono tutte gentilissime e preparatissime. Ci hanno trattato sempre con molto rispetto e con tanti sorrisi".
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