Una riflessione sulla fragilità della natura umana e sulla precarietà dell'esistenza, sui capricci del fato e sulla certezza di una predestinazione, a fronte delle responsabilità individuali e delle scelte personali dettate dal libero arbitrio con “Destinazione non umana”, una pièce originale con drammaturgia e regia di Valentina Esposito, ricca di pathos e poesia che andrà in scena questa sera, martedì 21 marzo, alle 20.30 al Teatro TsE di Cagliari per Il Terzo Occhio, rassegna trasversale delle nuove creatività sotto le insegne della Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC/Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna presieduto da Antonio Cabiddu.

Sotto i riflettori, Fabio Albanese, Alessandro Bernardini, Matteo Cateni, Chiara Cavalieri, Christian Cavorso, Viola Centi, Massimiliano De Rossi, Massimo Di Stefano, Michele Fantilli, Emma Grossi, Gabriella Indolfi, Giulio Maroncelli, Piero Piccinin, Giancarlo Porcacchia, Fabio Rizzuto e Edoardo Timmi per una produzione Fort Apache Cinema Teatro voluta dalla direttrice artistica Valeria Ciabattoni.

Gli interpreti prestano corpo e voce alle singolari “bestie umane” di un racconto distopico, incentrato su “sette cavalli da corsa, tutti fratelli” riuniti in una sorta di terra di nessuno, o stalla-prigione, in attesa della fine.

Una storia immaginifica e crudele in cui la sorte di queste creature diventa metafora della tragicità della condizione umana, nella contrapposizione tra gli animali più docili e utili, già condannati in partenza a diventare carne da macello e gli esemplari più preziosi e privilegiati, almeno in apparenza, capaci di distinguersi e trionfare nella corsa, di conquistare il plauso del pubblico con le loro vertiginose performances, ma il cui premio, o punizione, ancora una volta sarà la morte.

La pièce scritta e diretta da Valentina Esposito, che ha ideato anche le scenografie, realizzate da Edoardo Timmi, con trucco e costumi di Mari Caselli coadiuvata dall’assistente ai costumi Costanza Solaro Del Borgo, musiche di Luca Novelli, disegno luci di Alessio Pascale, fonico Luigi Di Martino e fotografa di scena Jo Fenz, rappresenta il lento e quasi rituale consumarsi di un'agonia, in un microcosmo dove la vecchiaia dei cavalli nella fase terminale del loro percorso si contrappone simbolicamente allo splendore della giovinezza, come in una sorta di flashback, mentre i protagonisti ripensano ai momenti cruciali della propria vita.

Un'ambientazione fuori dal tempo, in un paesaggio interiore, quasi uno spazio del mito, dove appaiono anche alcune figure femminili, ovvero tre cavalle-fattrici accanto a una bambina, personificazione della purezza e dell'innocenza in quel luogo segnato dalla sofferenza e dall'angoscia, dalla rassegnazione davanti all'impossibilità di una fuga, con giustificati timori per il futuro, ma anche da un profondo desiderio d'amore.

L.P.

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