Beetlejuice, Tim Burton e l’atteso sequel: «La svolta è arrivata con Mercoledì»
Il capitolo due è pronto ad approdare nelle sale cinematografiche il 6 settembrePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sono passati ben trentasei anni dall’originale “Beetlejuice - Spiritello Porcello”, il cult del 1988 diretto da Tim Burton e con protagonista l’indimenticabile Michael Keaton nei panni dell’irriverente ectoplasma bio-esorcista da cui prende nome il titolo. Considerato fra le cento migliori commedie americane di tutti i tempi, il franchise ha dovuto attendere a lungo prima di dar vita a un seguito, per la volontà di mantenere intatto lo spirito dell’opera originaria. E finalmente, dopo la realizzazione di una serie animata e un adattamento in versione musical che ha debuttato a Broadway, il sequel ufficiale “Beetlejuice Beetlejuice” è pronto ad approdare nelle sale cinematografiche il 6 settembre.
Reso possibile ancora una volta dallo sforzo coeso tra Burton e Keaton, il film segna il ritorno del cineasta americano dopo il “Dumbo” uscito nel 2019. Oltre alla presenza di alcuni volti storici, “Beetlejuice Beetlejuice” accoglie tra le sue fila il talento di nuovi interpreti come quello della giovane Jenna Ortega, protagonista della serie televisiva Netflix “Mercoledì” . In una recente intervista concessa a Empire, il director è entrato più nel dettaglio sulle ragioni che han reso possibile la realizzazione del film. Rivelando innanzitutto il suo stato di sconforto verso il cinema, ha affermato: «In realtà avevo perso interesse per l'industria cinematografica. Sentivo di averne abbastanza degli studios, ne avevo abbastanza di tutto questo genere di cose».
La svolta tuttavia è arrivata con l’uscita della serie “Mercoledì”, che oltre a fargli ritrovare la motivazione lo avrebbe convinto a validare la sceneggiatura del nuovo Beetlejuice scritta a quattro mani da Alfred Gough e Miles Millar, colpendolo nel profondo con una storia molto vicina al proprio trascorso personale. Parlando nello specifico del personaggio di Lydia Deetz, interpretata da Wynona Rider, ha detto: «Fin dal primo film mi sono identificato con Lydia. Era un personaggio che capivo, con cui mi relazionavo molto. Il nuovo film è diventato molto personale per me proprio grazie al personaggio di Lydia: cosa è successo a Lydia? Cosa succede alle persone? Cosa succede a tutti noi? Qual è il tuo viaggio da adolescente strana e gotica a quello che ti succede 35 anni dopo?».
Sempre riferendosi a Lydia, Burton ha ulteriormente approfondito la corrispondenza tra le proprie esperienze di vita e il contenuto del film: «A volte, invecchiando, si perde un po' se stessi. È proprio così che mi sento e mi sono sentito. Si fa un percorso, per me che ho iniziato a fare film, ne faccio di belli e di brutti, è come un viaggio. Quindi è questo che lo ha reso più importante e personale per me, tutti questi sentimenti. Ci sono relazioni che ti cambiano, ci sono figli che ti cambiano. Dopo tutti questi anni, questo è diventato il motivo per realizzarlo. Mi identificavo con Lydia allora e mi identifico con lei adesso».
Ma tornando a Michael Keaton, il director non ha perso occasione per esprimere parole di elogio nei confronti del suo stretto collaboratore. In una precedente intervista concessa ad Entertainment Weekly, ha affermato che - nonostante il tempo passato - l’attore è stato capace di ritrovare il personaggio con una rapidità e naturalezza sconcertanti, come se in qualche modo non avesse mai smesso di indossarne i panni. Definendo la sua interpretazione «una strana esperienza extracorporea», ha aggiunto: «È semplicemente tornato a farlo, è stato un po' spaventoso. Per me è stato meraviglioso ritrovare il cast in azione, ma rivedere Michael nel ruolo... sembrava posseduto da un demone».