Finalmente sopraggiungono elettrizzanti novità sul tanto atteso sequel di “Beetlejuice”, piccola perla del cinema anni ottanta firmata dal maestro Tim Burton e divenuta in breve tempo un cult irrinunciabile per gli amanti delle atmosfere gothic/fantasy, capace col suo immaginario fiabesco, poetico e macabro al tempo stesso di ribaltare i più rodati stereotipi dell’horror in una formula inconfondibile fatta d’ironia, leggerezza e spensieratezza. Sempre nei panni del rozzo e scostumato bio-esorcista “Beetlejuice”, sappiamo ormai da tempo che la star Michael Keaton tornerà anche in questo secondo appuntamento; ed è ben noto che, oltre alla riconferma di Burton come director, il suo contributo nel dar vita al progetto è stato a dir poco determinate. La volontà di realizzare il nuovo episodio, mantenendo intatto lo spirito della storia originale, viene riassunta in queste sue passate dichiarazioni: «Ci siamo detti: dobbiamo farlo bene, altrimenti meglio non farlo. Andiamo avanti con le nostre vite e facciamo altre cose. Quindi ero titubante e cauto, e probabilmente lui (Tim Burton) è stato altrettanto titubante e cauto in tutti questi anni. Una volta che si sono create le giuste condizioni ho detto: “Okay, facciamolo e basta”. Vedremo solo se riusciremo”».

Giusto lo scorso mese, in un’intervista concessa a People, l’attore ha svelato ai suoi lettori le qualità tecniche e stilistiche fondamentali che il titolo avrebbe dovuto acquisire: «L'unica cosa che io e Tim abbiamo deciso immediatamente è che se avessimo realizzato il sequel sarebbe dovuto sembrare fatto a mano. Non ero assolutamente interessato a fare qualcosa in cui ci fosse troppa tecnologia. Ciò che lo ha reso divertente è stato guardare qualcuno nell'angolo che teneva qualcosa in mano, o guardare tutti nella stanza rimpicciolita pensando: quelle sono persone lì sotto che gestiscono queste cose, cercando di farlo bene». Questa modalità di lavoro più tradizionale e conservativa ha permesso al team di affrancarsi dal fin troppo abusato utilizzo del green-screen, come spesso avviene nelle produzioni hollywoodiane a grosso budget, e ha reso - stando a quanto dichiarato - il lavoro ancora più eccitante.

«La cosa più emozionante è riuscire a recitare in maniera artigianale, dopo anni passati davanti a uno schermo gigante fingendo che qualcuno sia di fronte a te. Il nostro metodo è enormemente divertente». Ed oggi, prima ancora della sua uscita, possiamo già considerare “Beetlejuice 2” un film riuscito: pare infatti che Keaton abbia visionato per intero il montato finale e ne sia rimasto pienamente soddisfatto. Intervistato nel corso del The Jess Cagle Show di SiriusXM, l’attore ha voluto condividere con orgoglio i suoi feedback positivi: «È davvero ottimo. E bello. Bello, sai, fisicamente. Capisci cosa intendo? L'altro era davvero divertente ed emozionante dal punto di vista visivo. È tutto questo, ma è davvero bello e interessante dal punto di vista emotivo. Non ero pronto per questo, sai. Sì, è fantastico. È fantastico e il cast, voglio dire, Catherine (O'Hara), se pensavate che fosse divertente l'ultima volta, fareste meglio a raddoppiare le vostre aspettative. Lei è così divertente e anche Justin Theroux... voglio dire, andiamo!». 

Sappiamo infatti che ad affiancarlo troveremo ancora una volta le star del primo film Catherine O'Hara e Winona Ryder, oltre alla nuova arrivata Jenna Ortega che ricordiamo in particolare per il successo della serie televisiva Netflix “Mercoledì”, nel ruolo della figlia di Lydia Deetz. Un personaggio che, ha dichiarato l’interprete a Vanity Fair: «È strano, ma in un modo diverso e non nel modo in cui pensereste».

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