Emigrazione, il “caso Sardegna” al centro di un convegno alla Camera dei Deputati
«C’è ancora molto da fare per contrastare lo spopolamento e l’abbandono dei giovani»La Sardegna è tra le prime regioni italiane per quanto riguarda gli interventi finanziari e le politiche a sostegno del mondo dell’emigrazione, pur essendo un territorio che più tardi, rispetto ad altre realtà, ha conosciuto le partenze di massa.
Oggi il “caso Sardegna” è stato al centro di un incontro a Roma, nella sala stampa della Camera dei Deputati, organizzato da Fabio Porta, deputato eletto nel collegio dell’America Latina.
Fra i partecipanti all’appuntamento dal titolo “Gli italiani nel mondo risorsa del territorio. Il caso dell’emigrazione sarda”, in cui è stato presentato lo studio di Aldo Aledda “Sardi in fuga in Italia e dall’Italia. Politica, amministrazione e società in Sardegna nell’era delle moderne migrazioni”, anche l’assessore regionale al Lavoro, Ada Lai, e i parlamentari Pietro Pittalis, Salvatore Deidda, Silvio Lai e Alessandra Todde oltre ad alcuni rappresentanti del mondo dell’emigrazione organizzata.
«La Sardegna si sta riprendendo dalla crisi economica mondiale del 2008 e da quella pandemica che hanno ulteriormente aggravato il fenomeno dell’emigrazione – ha detto l’assessora Lai -. Occorre rispondere alle nuove esigenze cercando di far coincidere gli interessi dei vecchi emigrati e dei loro discendenti con quelli dei residenti in Sardegna. La nuova economia chiama, bisogna ancora fare passi avanti con i trasporti, l’energia, la fiscalità di vantaggio, le infrastrutture, l’agricoltura, i servizi e la sanità e valorizzare meglio ambiente e cultura, per destagionalizzare il turismo e per contrastare lo spopolamento e l’abbandono dei giovani. Con i fondi del PNRR, quelli europei e quelli regionali e con il lavoro come obiettivo, con politiche attive più concrete, incontro tra imprese e disoccupati, formazione diretta, informazione diffusa. Per queste ragioni, anche con la Conferenza Internazionale dell’Emigrazione, in programma a Cagliari il 28 e 29 aprile prossimi, cercheremo di costruire le linee programmatiche della nuova politica dell’emigrazione, nell’ottica di una nuova fase nel rapporto con i sardi fuori e nel nome di una Sardegna allargata, in cui ci si sposta per un fisiologico scambio di conoscenze e di occasioni di vita e non più per una necessità che stringe il cuore».
(Unioneonline/s.s.)
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