Finita la sperimentazione: la ricetta elettronica diventa definitiva.

Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri, approvando le norme contenute nel Dl Semplificazioni, come comunicato dal ministro della Salute Orazio Schillaci: «Abbiamo reso strutturale la ricetta elettronica, sia quella rossa che quella bianca, molto apprezzata da cittadini e medici», ha spiegato Schillaci. Aggiungendo: «Abbiamo ritenuto che fosse giusto porre fine alla sperimentazione e alle proroghe per semplificare il lavoro dei medici di famiglia e la vita dei cittadini che non dovranno recarsi negli studi medici ma potranno ricevere la ricetta tramite mail o altri canali sul proprio cellulare».

Il disegno di legge approvato oggi dal Consiglio dei ministri contiene anche una norma per far fronte alle carenze di medicinali che modifica l'attuale normativa rendendo più tempestiva la comunicazione in caso di carenza e agevolando l'approvvigionamento dei farmaci.

DI COSA SI TRATTA – La ricetta elettronica o dematerializzata era stata introdotta durante l’emergenza Covid, per consentire ai pazienti di evitare di andare fisicamente nello studio del medico per ritirare la “vecchia” ricetta cartacea e di ricevere al suo posto il numero di ricetta elettronica da utilizzare per acquistare i farmaci.

Un sistema che da transitorio diventa invece, come detto, definitivo.

I PAZIENTI CRONICI – Per i pazienti cronici, la ricetta dematerializzata sarà valida per un anno e permetterà di fare scorta di farmaci per 30 giorni di terapia, sempre in base alle indicazioni del medico. Si tratta, afferma il ministro Schillaci, di una «importante novità», perché «un malato cronico ha bisogno periodicamente di assumere lo stesso farmaco e grazie a questa norma i pazienti o chi si prende cura di loro in caso di non autosufficienza, hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per ritirare la ricetta e ripetutamente in farmacia per ritirare i farmaci. Non dimentichiamo che molti pazienti cronici sono persone anziane, spesso affette da più di una patologia cronica, non autosufficienti o che hanno

difficoltà a spostarsi. È evidente la portata semplificativa di questa misura non solo per le persone ma anche per i medici di famiglia per i quali si alleggerisce il carico di lavoro amministrativo a vantaggio della cura dei pazienti».

ALTRE NOVITÀ – Nel Dl si stabilisce inoltre che la comunicazione delle aziende all'Aifa, in caso di interruzione temporanea o definitiva della commercializzazione di un farmaco, riguardi le singole confezioni dei medicinali e che la comunicazione di carenza sia effettuata entro due mesi e non più quattro. Ciò consentirà ai medici di valutare per tempo i farmaci da prescrivere per il regolare proseguimento della terapia, evitando disorientamento e disagio ai pazienti preventivamente informati.

(Unioneonline/l.f.)

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