Vaccini alla “prova” Omicron: la nuova variante “buca” AstraZeneca, ma non 3 dosi di Pfizer
Il picco di contagi è probabile arrivi tra 3 settimane, con l’anno nuovo
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Sulla variante Omicron, "i dati di ieri dei ricercatori inglesi dicono che le tre dosi di Pfizer danno una discreta protezione dalla malattia grave da Covid, intorno al 70% rispetto al 95%. Mentre AstraZeneca sembrerebbe dare una protezione molto più bassa". Così Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana Malattie Infettive (Simit) e ordinario all'Università di Tor Vergata, durante la trasmissione Agorà su Rai Tre.
Quanto ai contagi in crescita, "Omicron ogni 2 giorni e mezzo riesce a raddoppiare il numero dei casi", precisa Andreoni. “Oggi verranno testati i diversi tamponi per avere un'idea di quanto questa variante sta penetrando in Italia e in funzione di questo potremo capire quando ci sarà il picco", che "mi aspetterei almeno tra un paio di settimane" quindi "probabilmente ci sarà con l'anno nuovo".
Ogni volta che abbiamo una nuova variante, ha concluso, "è una scommessa, non sappiamo quello che accadrà". Per questo, oltre a vaccinare con tre dosi, "bisogna mantenere le misure di contenimento" per "impedire che il virus circoli".
Nel frattempo, arrivano anche altri dati sulla dose booster del vaccino a mRna Moderna nel dosaggio da 50 µg (microgrammi) attualmente autorizzato, e che ha aumentato i livelli di anticorpi neutralizzanti contro la variante Omicron del virus SarsCoV2 di circa 37 volte rispetto ai livelli pre-boost, e ad una dose di 100 µg ha aumentato i livelli di anticorpi neutralizzanti di circa 83 volte rispetto a livelli pre-boost.
A confermarlo è la stessa compagnia farmaceutica, che ha anche annunciato i dati di sicurezza e tollerabilità dello studio di Fase 2/3 per il booster 100µg.
(Unioneonline/v.l.)