A pochi giorni dall'annuncio, da un team di ricercatori Usa, di un nuovo test del sangue in grado di diagnosticare precocemente molti tumori, indicando anche la parte del corpo dove si stanno sviluppando, nasce all'Istituto Europeo di Oncologia di Milano un super-test che analizza per la prima volta in un unico chip tutte le 115 mutazioni genetiche finora note e associate alla probabilità di ammalarsi di cancro.

Un esame "rapido, preciso ed economicamente sostenibile" e in grado di mappare il rischio genetico ereditario di tumore.

La bella notizia è che la nuova analisi, rimborsata ai pazienti con familiarità per tumore accertata da un genetista, dall'8 maggio - giornata mondiale del cancro alle ovaie - sarà offerta gratuitamente per un anno a tutte le donne operate in Istituto per tumore all'ovaio. L'obiettivo finale è quello di creare per ciascuna donna una sorta di "Passaporto genetico": un microchip, anzi "un Oncochip - ha spiegato il direttore della ricerca Ieo, Piergiuseppe Pelicci - che contiene tutti i dati molecolari di competenza oncologica della persona". Un documento d'identità informatico, dunque, chiave per impostare strategie personalizzate di prevenzione, diagnosi e cura.

Una ricercatrice al lavoro
Una ricercatrice al lavoro
Una ricercatrice al lavoro

Si realizza così nell'Irccs di via Ripamonti il sogno americano della "Precision Medicine Initiative" lanciata da Barack Obama, programma di sequenziamento del genoma di 1 milione di cittadini statunitensi più noto come "Obamacare".

A quanti pazienti si rivolgerà il super-test? "Grazie al supporto finanziario della Fondazione Ieo - spiegano dall'Istituto - lo offriremo gratis alle donne operate per tumore ovarico, considerando che alcune forme hanno una familiarità fino al 25%. In un anno le pazienti saranno circa 200".

Tre i vantaggi della nuova analisi: "Il primo - elenca Pelicci - è che possiamo identificare meglio il rischio individuale e attivare percorsi di protezione personalizzati. Il secondo è che identifichiamo un maggior numero di potenziali tumori ereditari e quindi possiamo estendere la protezione a più persone, in particolare ai gruppi familiari. E il terzo è che, conoscendo più mutazioni geniche, possiamo cercare più farmaci molecolari preventivi che le contrastino.

In un domani molto vicino - è convinto il ricercatore - oltre al rischio ereditario potremo avere maggiori informazioni sul rischio individuale, scoprendo dal Dna se le cellule hanno subito influenze negative dall'ambiente". In altre parole, "a breve avremo per ognuno di noi la mappa completa del rischio di ammalarsi di cancro". Un Oncochip, appunto, da sfruttare innanzitutto per pianificare una prevenzione su misura.
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