Le donne con tumore al seno in sovrappeso o obese potrebbero trarre minore beneficio delle pazienti normopeso dal trattamento con docetaxel, comune farmaco chemioterapico. A questa conclusione è giunto un team internazionale di ricercatori sulla base dell'analisi retrospettiva dei dati di un'ampia sperimentazione clinica. Lo studio, condotto da ricercatori della KU Leuven (Belgio), dell'Università degli Studi di Milano e dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) e reso possibile anche con il sostegno di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, è stato pubblicato sul Journal of Clinical Oncology.

Il team dei ricercatori ha analizzato i dati di una sperimentazione clinica su oltre 2.800 pazienti con carcinoma mammario iniziata intorno all’anno 2000. I dati raccolti coprono un periodo di oltre un decennio. Le pazienti sono state trattate con una combinazione di farmaci chemioterapici con o senza docetaxel, uno fra i chemioterapici più utilizzati al mondo.

L'analisi statistica dei dati relativi a recidive e decessi ha evidenziato che le pazienti sovrappeso e obese la cui terapia comprendeva il docetaxel hanno avuto esiti peggiori rispetto a quelle normopeso (BMI tra 18,5 e 25 kg/m2). Tale differenza non si osserva nelle pazienti sottoposte a chemioterapia senza docetaxel. "Il docetaxel è un farmaco lipofilo: il grasso corporeo potrebbe assorbire parte del farmaco prima che riesca a raggiungere il tumore", spiega la Professoressa Christine Desmedt del KU Leuven Laboratory for Translational Breast Cancer Research, che ha iniziato lo studio mentre era ancora all'Istituto Jules Bordet (Belgio).
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