Una nuova possibilità di cura per i circa 6mila pazienti in attesa di trapianto di rene: è l'obiettivo del protocollo di intesa per l'avvio di un programma pilota di donazione di rene in modalità incrociata tra Italia e Stati Uniti siglato oggi al Ministero della Salute. L'accordo è stato sottoscritto dal Centro nazionale trapianti (Cnt), rappresentato dal direttore Massimo Cardillo, e dalla Alliance for Paired Kidney Donation (Apkd), fondazione non profit che gestisce uno dei programmi di trapianto di rene da vivente negli Usa, rappresentata dal suo presidente, il professor Michael A. Rees, direttore del Centro trapianti di rene dell'University of Toledo Medical Center, in Ohio.

Alla firma del protocollo erano presenti il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri e il professor Ignazio Marino, direttore esecutivo del Jefferson Italy Center, l'organizzazione che promuove le iniziative di collaborazione sanitaria tra la Thomas Jefferson University di Philadelphia e le istituzioni italiane.

Il nuovo programma Italia-Usa - spiega una nota - riguarda i cosiddetti trapianti di rene "crossover", ovvero quelli che avvengono attraverso il reciproco "scambio" dell'organo tra coppie nelle quali il donatore è geneticamente incompatibile con il proprio ricevente ma compatibile con il ricevente di un'altra coppia. Grazie all'accordo tra Cnt e Apkd, coppie di pazienti italiani e statunitensi potranno essere incrociate tra di loro sulla base di un algoritmo condiviso che verificherà il livello di compatibilità tra gli iscritti nelle due liste d'attesa: in questo modo, i pazienti affetti da insufficienza renale cronica e che hanno a disposizione un donatore volontario inadatto avranno una possibilità maggiore di ricevere il trapianto di cui hanno bisogno.

Oltre agli aspetti tecnico-operativi (requisiti degli ospedali aderenti, algoritmo di matching, governance complessiva delle attività), l'accordo prevede che i costi relativi alla procedura di trapianto siano a carico delle coperture assicurative Usa per il paziente statunitense e per il donatore italiano, mentre il Servizio sanitario nazionale italiano coprirà le spese per il paziente italiano e per il donatore americano. A viaggiare saranno i donatori: il prelievo e il successivo trapianto del rene avverranno infatti nel paese del ricevente.

La fase pilota riguarderà i primi tre casi e sarà circoscritta a tre ospedali: per l'Italia parteciperà il Centro trapianti di rene del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, diretto dal professor Franco Citterio, presente alla firma dell'accordo, mentre per gli Usa saranno coinvolti lo University of Toledo Medical Center e i poli ospedalieri della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Conclusa la sperimentazione operativa e gestionale, il programma verrà rivalutato per un possibile consolidamento del protocollo e per il progressivo allargamento agli altri centri di trapianto di rene da vivente della rete italiana.

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