Sardegna ancora una volta sotto i riflettori per l’incidenza del diabete. L’Isola detiene infatti, insieme alla Finlandia, il primato mondiale per i casi di diabete di tipo 1 in età pediatrica. Secondo gli ultimi dati illustrati lo scorso ottobre al 18° Italian Barometer Diabetes Summit e pubblicati da IBDO Foundation in collaborazione con Istat e Coresearch, sono oltre 102mila le persone che convivono con la malattia sul territorio regionale.

A destare preoccupazione è anche il tasso di ospedalizzazione per diabete non controllato, che in Sardegna tocca il 12,99%, quasi il doppio rispetto alla media nazionale del 7,33% (dati Istat 2020). Criticità emergono anche sul fronte dell’accesso alle tecnologie e ai farmaci innovativi, per i quali i pazienti sardi attendono 6-7 mesi, contro i 2-3 mesi del resto d’Italia.

Allarmanti i numeri relativi ai più giovani: dalle relazioni delle Proposte di legge regionali n. 126 e 138, dedicate all’inclusione scolastica e sportiva dei minori con diabete di tipo 1, emerge che ogni anno si registrano circa 130 nuove diagnosi tra i bambini sardi. Attualmente sono 1.400 i minori tra 0 e 18 anni in carico ai servizi sanitari. L’incidenza raggiunge così 74 casi ogni 100mila minori, ben superiore alla media nazionale compresa tra 15 e 20 casi annui.

Questi dati sono stati al centro della presentazione del primo Progetto pilota della Sanità partecipata in Sardegna, organizzato oggi a Cagliari.

L’iniziativa è promossa dall’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, attraverso il Patient Advocacy Lab (Pal), che sta realizzando un ciclo di incontri nelle Regioni per rafforzare il dialogo tra associazioni dei pazienti e amministrazioni pubbliche.

«La sanità partecipata è un modo per affrontare i problemi in maniera sostenibile, grazie alla collaborazione delle associazioni dei pazienti», ha dichiarato Teresa Petrangolini, direttrice del Patient Advocacy Lab di Altems.

«Nel Lazio, Veneto, Campania e Toscana, dove il modello è già attivo, sono circa 400 le associazioni coinvolte nella costruzione dei Pdta, nella programmazione dei servizi e nella semplificazione delle procedure. Ora è arrivato il momento della Sardegna, cominciando dal diabete».

Durante l’incontro, le associazioni presenti — tra cui Cittadinanzattiva, Fand, Diabete Zero, Asnet, Diabete Italia, Rete Sarda Diabete — hanno illustrato le principali esigenze dei pazienti, sottolineando l’importanza di valorizzarne l’esperienza diretta nella definizione dei percorsi di cura.

(Unioneonline/Fr.Me.)

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