Una malattia come il glaucoma tende a non lasciare grandi avvisaglie del suo arrivo, tranne che nei casi di glaucoma acuto. Esistono però alcuni campanelli d’allarme che possono far pensare al soggetto di avere una pressione oculare più alta del normale. Quando si arriva a non vedere bene nella parte periferica del campo visivo è già troppo tardi: i danni a carico delle fibre del nervo ottico si sono già concretizzati e il soggetto fatica a compiere azioni che richiedono l’utilizzo della visione periferica, come scendere le scale, attraversare la strada o guidare.

I (pochi) sintomi

Esistono alcuni sintomi che possono essere ricondotti a una pressione oculare alta: in casi di questo tipo, è opportuno rivolgersi a uno specialista. Il dolore agli occhi, localizzato in particolare nell’area del sopracciglio, è uno di questi, ma anche occhi arrossati, mal di testa frontale, vista che risulta offuscata, nausea, vomito, fotofobia, lacrimazione copiosa e aloni intorno alle luci sono segnali che devono generare un allarme nel soggetto. In condizioni normali, all’interno dell’occhio è presente un liquido, noto come umore acqueo, che viene prodotto e riassorbito di continuo: se la via di deflusso è ostruita, aumenta la pressione all’interno dell’occhio. Se questa pressione resta troppo elevata a lungo, il bulbo oculare si danneggia al livello della papilla ottica, che si trova nella zona centrale della retina. Una pressione intraoculare di livello normale è compresa tra i 10 e i 20 millimetri di mercurio. Il glaucoma è generalmente associato a valori intorno ai 20-21 mmHg, ma in alcuni casi (glaucoma a bassa pressione) vengono prodotti danni al nervo ottico anche con dei valori pressori nei limiti. In situazioni del genere, la causa è da individuare in uno scarso afflusso di sangue al nervo ottico che genera la progressiva atrofizzazione delle fibre nervose.

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