Le allergie primaverili sono molto diffuse a causa della grande varietà di specie botaniche che possono innescare l’infiammazione. In questa stagione, infatti, sono tantissimi i pollini che arrivano fino alle nostre vie respiratorie. Bisogna ricordare che per essere allergici devono sussistere alcune precise condizioni: il polline non deve essere troppo pesante, perché altrimenti non potrebbe “volare”, né troppo leggero, poiché finirebbe troppo in alto nell’aria. Ma quali sono i pollini dominanti durante la primavera?

Graminacee e parietaria

Le due specie botaniche principali responsabili di reazioni allergiche in questa fase dell’anno sono le graminacee e le parietaria. Le prime racchiudono praticamente tutte le erbe che si possono trovare in un campo: la codolina, la mazzolina, la coda di topo, le canne, oltre ovviamente al grano. La produzione dei pollini delle graminacee è molto elevata soprattutto nelle giornate secche e ventose e sottopongono gli allergici a delle reazioni più o meno violente in base alla gravità del problema.

La parietaria è invece un’urticacea; il suo polline è particolarmente fastidioso e pericoloso: è piccolo ai limiti della allergenicità e ha un’alta penetranza nelle vie aeree inferiori. Per le sue dimensioni, può provocare più facilmente l’asma rispetto ad altre sostanze.

La parietaria cresce praticamente dappertutto e ha due periodi di fioritura: la primavera precoce e l’autunno (talvolta anche la fine dell’estate): inoltre, si tratta di una delle piante più diffuse a livello europeo, il che rende l’allergia alla parietaria tra le più frequenti nel nostro Paese, ma non solo.

Leggermente più tardivo, a livello di fioritura, è l’ulivo, che fiorisce da metà aprile a fine maggio. I soggetti allergici all’ulivo possono sviluppare una sintomatologia anche in presenza di altri alberi oleacei, come ad esempio il frassino oppure il gelsomino.

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