Le miocarditi e pericarditi potenzialmente associate a vaccinazione mRNA contro il Covid-19, in particolare con vaccino ad mRNA Pfizer-BioNTech (BNT162b2) e Moderna (mRNA-1273) sono “eventi rari, con manifestazioni generalmente lievi e ad esito favorevole”.

A confermarlo il Giornale Italiano di Cardiologia, che pubblica uno studio della Società Italiana di Cardiologia a firma di una quindicina di esperti, tra i quali Giuseppe Mercuro del dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica dell’Università Cagliari.

Secondo gli esperti l'incidenza stimata è di 1 caso per 100mila individui, ovvero oltre 10 volte inferiore a quella delle miocarditi non riconducibili a vaccini (10 - 20 casi per 100.000).

Fermo restando la natura rara dell'evento, il tasso stimato è più elevato in soggetti con meno di 30 anni, completamente immunizzati e di sesso maschile (40 per milione tra uomini e 4,2 tra donne). Dai 30 anni in su, i tassi si riducono a 2,4 e 1,0 per milione, rispettivamente in uomini e donne.

Il bilancio rischio/beneficio è nettamente a favore della vaccinazione contro il Covid-19: nei soggetti non vaccinati e con SARS-CoV-2 miocardite e pericardite sono nell'ordine di 11 casi rispetto ai 2,7 casi su 100mila.

L’analisi propone per la prima volta un inquadramento delle forme “post-vaccino” facilitandone l'identificazione e la costruzione di registri di ricerca e fornisce “linee di comportamento nella vaccinazione ad mRNA in sottogruppi specifici della popolazione".

(Unioneonline/v.l.)

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