«La rettocolite ulcerosa e la malattia di Crohn sono le due forme principali di malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI). Attualmente si stimano in Italia 250 mila pazienti affetti da MICI di cui quattromila in Sardegna». Questi i numeri messi in evidenza dal professor Massimo Claudio Fantini, direttore della Gastroenterologia del Policlinico Duilio Casula, nel corso di “15 minuti con…”, il talk di approfondimento sulla salute dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, in collaborazione con il gruppo Unione Sarda, condotto dal giornalista Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e relazioni esterne dell’Aou.

«Queste patologie», prosegue Fantini, «sono caratterizzate da un processo infiammatorio cronico dell’intestino causato da un’alterata risposta del sistema immunitario nei confronti della flora batterica intestinale. Da qui i sintomi come diarrea cronica con emissione di sangue e dolore addominale che per intensità e frequenza possono essere estremamente invalidanti e avere un enorme impatto sulla qualità di vita. Inoltre, l’infiammazione cronica se non controllata può determinare importanti complicanze come restringimenti del intestino e perforazioni e in alcuni casi anche dei tumori che possono portare il paziente a un intervento chirurgico. Infine, circa il 50% dei pazienti affetti da MICI potrà manifestare una localizzazione extraintestinale della malattia, coinvolgendo diversi organi e apparati, inclusi l’apparato osteo-articolare (con manifestazioni artritiche), la cute, gli occhi, il fegato e le vie biliari».

«Sebbene, ad oggi, non sia disponibile una cura definitiva per tali malattie, numerosi farmaci, tra cui quelli biologici e più recentemente una nuova classe di farmaci orali, sono attualmente disponibili per la terapia e altri sono in via di sperimentazione». A spiegarlo è l’altro ospite della trasmissione, il professor Luigi Zorcolo direttore della Chirurgia colonproctologica del Policlinico: «L’obiettivo di queste terapie è quello di spegnere, attraverso diversi meccanismi d’azione, il processo infiammatorio e così rallentare il danno intestinale da esso causato. Nonostante la disponibilità di queste terapie, le MICI sono malattie dinamiche e possono in alcuni casi richiedere un intervento chirurgico di resezione intestinale. Per tale motivo la gestione del paziente con MICI necessita di un’organizzazione multidisciplinare come quella realizzata presso l’Aou di Cagliari dove, accanto ad ambulatori, day hospital ed endoscopia digestiva, dedicati alla diagnosi e cura delle MICI per la presa in carico del paziente da parte dello specialista gastroenterologo, sono disponibili le competenze di altre strutture quali la Radiologia, la Reumatologia e la Dermatologia, oltre quelle chirurgiche colonproctologiche necessarie per la gestione delle complicanze delle MICI, con interventi dove possibile mininvasivi tali da consentire sia la riduzione del tasso di complicanze che dei giorni di ospedalizzazione».

Luca Mirarchi

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